Sabato, ore 10. Arrivo al centro di addestramento piloti Alitalia. La mia parte ottimista mi dice che il corso servirà, quella pessimista mi dice che non sarei mai riuscito a salire su un aereo. Incontro le persone che faranno il corso con me. Prima sorpresa: quasi tutti giovani come me – tra i 27 e i 31 anni. Incontriamo uno studioso della fobia del volo. Raccontiamo la nostra esperienza. Tutti abbiamo già volato. Alcuni spesso, altri un po’ meno. Tutti sempre con tanta fifa prima e durante il volo. Le paure sono le più disparate: di essere sospesi, di stare male durante il volo, di precipitare, di non poter scendere, di non poter controllare; paura durante la fase di decollo (quasi tutti), durante la fase di crociera, durante la fase di atterraggio (solo qualcuno), delle turbolenze e delle virate (tutti), dei rumori. La mia parte pessimista ha il sopravvento, mi dico che ho sbagliato a fare il corso. Ma il gruppo è pieno di gente simpatica e determinata a superare la propria fobia. Andiamo a pranzo, si ride, si scherza, ci si confronta. Dopo pranzo iniziamo con le tecniche di rilassamento. Siamo in una riproduzione perfetta della business class di un 777 (o un 767?). Solo entrando in una ricostruzione così perfetta inizia a girarmi la testa. Non solo a me. Facciamo gli esercizi. Mi sento stupido, ma piano piano sento che l’ansia inizia ad attenuarsi. Una signora si addormenta. Quando finiamo gli esercizi siamo tutti più rilassati. A questo punto ci dividono in sottogruppi ed a turno parliamo con un pilota, andiamo nel simulatore, parliamo con un ingegnere che si occupa della manutenzione. Per quanto mi riguarda le esperienze più belle sono state parlare con il pilota ed il simulatore. Parlare con il pilota è stato rassicurante. Incontri una persona che non viaggia in aereo, lo guida. Ha risposto a tutte le nostre domane, anche le più stupide e paranoiche, sempre con una tranquillità assoluta e sempre con un atteggiamento di comprensione della nostra paura e mai di superiorità. La cosa che mi ha più rassicurato è sapere che quando inizia la fase di discesa i motori sono “a folle” (non mi ricordo la sue precise parole) e che quindi tutti noi abbiamo praticamente sempre volato a motore spento. Ed io che ero convinto che a motore spento l’aereo cadesse come un peso morto. L’esperienza nel simulatore è stata adrenalinica, eccitante, stupefacente, indescrivibile. Non sembra di essere in un simulatore: è tutto così reale (i rumori, le vibrazioni, i movimenti, la percezione visiva), troppo reale. Abbiamo provato di tutto. Tutto quello che comunemente (meno male) non accade (o che fa paura). Motore che si incendia, turbolenze “severe” (quelle che normalmente vengono evitate, ma solo per una questione di confort), una riattaccata (atterraggio con ridecollo immediato), atterraggio con nebbia e visibilità ridotte, volo e atterraggio in notturna. Ho anche collaborato con il pilota nella fase di decollo. Ho tirato indietro la cloche quando siamo arrivati alla velocità di 140 miglia. Ero emozionato e preoccupato. Un mio errore avrebbe provocato un trauma psicologico irrimediabile a me e alle altre persone che erano nel simulatore. Ho capitò che pilotare un aereo non è affatto come guidare una macchina. Ma soprattutto è stata una delle esperienze più belle della mia vita. A questo punto torno a casa. Gasato. Voglio volare subito e non riesco ad aspettare che arrivi domenica. Ma durante la notte il piacere provato pian piano scompare e l’ansia torna a farsi sentire. Appena mi sveglio non voglio volare. No, non sarei andato a prendere il volo. Ma poi mi faccio coraggio e decido di andare almeno a Fiumicino e decidere poi. Arrivo a Tiburtina per prendere il treno. Compro un fumetto: “Dylan Dog”. Titolo dell’episodio di questo mese “IL CIELO PUO’ ATTENDERE”!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Me ne stavo tornando a casa. Poi mi sono fatto forza, ho gettato di colpo il fumetto nel cestino e ho detto “NO. IL CIELO NON PUO’ ATTENDERE”. Sono andato a prendere il treno. Parlando al cellulare con la mia ragazza, lei mi ha detto di aver fatto un brutto sogno. MA ALLORA IL DESTINO SI ACCANISCE??????????????????

Una parte di me vuole tornare a casa, l’altra vuole volare. Ancora non avevo deciso cosa fare, ma sono arrivato a Fiumicino. Tecniche di rilassamento. Funzionano meno rispetto al giorno prima. Sono in preda all’ansia. Andiamo nella sala vip Alitalia. Ci offrono della cioccolata. Io cerco di non pensare a niente. Facciamo l’imbarco. Il mio cuore è a mille. Anzi di più: a duemila. Dobbiamo partire alle 13:00 e il nostro gruppo è di 13 persone (e il corso del sabato è stato fatto nell’aula numero 13). RISPOSTA: IL DESTINO SI ACCANISCE!!!!! Il decollo avviene con 30 minuti di ritardo. Trenta minuti di palpitazioni. Ma una volta decollati mi sono tranquillizzato e sono riuscito anche a godermi il panorama. Volo tranquillo, senza turbolenze. Atterriamo a Milano è c’è un poco di foschia. Mangiamo e dopo un paio d’ore siamo di nuovo all’imbarco per il ritorno a Roma. L’ansia c’è ancora, ma meno di prima. A PROPOSITO: IL VOLO E’ ALLE 17:00 DAL GATE A-17!!!!!! Una volta su cerco di distrarmi. Parlo con le persone, con l’assistente di volo. Arriviamo subito a Roma. Sono felice. Ma sono troppe e così diverse le sensazioni che ho provato in 2 giorni. Torno a casa e vado a dormire.
Oggi non so se ho ancora paura di volare. Lo scoprirò al prossimo volo. So solo che ho fatto una bellissima esperienza (seppur piena di ansia).
PS. Ho volato con un MD-80!!!!!!!!! (sia all'andata che al ritorno)
