Milano quarto hub dei tedeschi -
Con lo scalo depotenziato 18,5 miliardi di perdite
l
Webzine: Il rapporto tra Malpensa e Lufthansa è ben più solido di quello che si potrebbe pensare. Forse la compagnia tedesca non riuscirà a trasformare Malpensa nel maxi-scalo hub (collettore di traffico) per il quale era stato progettato, supplendo così alla clamorosa ritirata di Alitalia dall'aeroporto del Nord. Però Malpensa potrebbe diventare, nell'arco di alcuni anni e al verificarsi di determinate condizioni di cui poi diremo, il quarto hub di Lufthansa, dopo Francoforte, Monaco di Baviera e Zurigo.
Nel mondo dell'aviazione civile si tratterebbe di una piccola rivoluzione. Mai una compagnia ha pensato di aprire un proprio hub in un Paese diverso da quello di appartenenza. È vero che Lufthansa, oltre a Francoforte e Monaco, ha avviato da tempo una politica di radicamento su Zurigo, ma lo scalo svizzero ha dovuto conquistarlo attraverso l'acquisizione di Swiss. Nel caso di Malpensa, invece, sarebbero direttamente i tedeschi la compagnia partner dell'aeroporto e in coordinamento con gli alleati di Lufthansa all'interno della Star Alliance. Ma, affinché ciò avvenga, è assolutamente indispensabile che il Governo rinegozi una ventina di accordi bilaterali tra l'Italia e altrettanti Paesi extra-europei per consentire a Lufthansa (e anche ad altre compagnie aeree, qualora lo ritenessero profittevole) di basare a Malpensa una serie di rotte intercontinentali: per esempio quelle che fino allo scorso 30 marzo erano garantire da Alitalia su Malpensa e che, da quel momento in poi, sono state cancellate. Un passaggio apparentemente tecnico - la liberalizzazione dei diritti di volo e la revisione degli accordi bilaterali - ma decisivo sul piano strategico e che è stato al centro, anche ieri, del Malpensa Day organizzato dal presidente pidiessino della Provincia di Milano, Filippo Penati
Il grande interesse di Lufthansa per Malpensa e per il ricco mercato che rappresenta - di recente Karl Ulrich Garnadt, vicepresidente esecutivo di Lufthnasa, ha dichiarato che
«il bacino di utenza di Malpensa si estende fino alla Svizzera italiana e fa parte delle regioni economicamente più importanti d'Europa» - è confermato dalla recente creazione di Lufthansa Italia e dai nuovi collegamenti aerei che la compagnia offrirà, da Malpensa, dal prossimo 2 febbraio. L'offerta includerà collegamenti diretti, effettuati da Lufthansa Italia, da Malpensa verso Barcellona, Bruxelles, Budapest, Bucarest, Madrid e Parigi. Con l'introduzione dell'orario estivo 2009 a queste mete si aggiungeranno le città di Londra (Heathrow) e Lisbona. Tutte le destinazioni verranno servite con Airbus A319 da 138 posti di business ed economy class. «Con questa espansione dei voli - ha spiegato Wolfgang Mayrhuber, presidente di Lufthansa - saranno creati ben 150 nuovi posti di lavoro a Milano».
La creazione di Lufthansa Italia e il potenziamento dei voli diretti dal Nord Italia verso le capitali europee sarebbe solo il primo passo del radicamento dei tedeschi a Malpensa. L'obiettivo di medio periodo di Mayrhuber è di basare a Malpensa,
tra il 2010 e il 2015, almeno una ventina di velivoli per le rotte a lungo raggio. A patto, ovviamente, che il Governo italiano proceda senza ulteriori indugi nella liberalizzazione dei diritti di volo. E qui si innesta l'accordo tra Cai (la nuova Alitalia) e Air France, compagnia monocentrica che fa perno sull'hub di Parigi Charles de Gaulle.
Con lo scalo depotenziato 18,5 miliardi di perdite
Depotenziare Malpensa, così come prevede il piano industriale Cai, significherebbe far perdere all'intero sistema economico nazionale 18,5 miliardi di euro al 2020. Lo stima il documento diffuso al Malpensa Day organizzato ieri dal presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati. Una perdita, sottolinea il documento, che penalizzerebbe anche il fisco, privandolo di un gettito totale stimato intorno ai 4,5 miliardi di euro. Il testo si sofferma in particolare sulla strategicità di Malpensa per tutta l'economia italiana, precisando che lo scalo genera solo nella sua area di riferimento risorse economiche stimabili in circa 10 miliardi di euro, 15mila posti di lavoro diretti e oltre 30mila addetti nell'indotto.
Secondo Penati, per rilanciare Malpensa vanno rivisti immediatamente gli accordi bilaterali in modo da consentire un regime di open sky con il più ampio numero di Paesi possibili e tale da garantire a vettori italiani e stranieri la possibilità di esercitare le rotte da Malpensa abbandonate dalla vecchia e nuova Alitalia. Penati punta l'indice anche sull'attività cargo di Alitalia, che su Malpensa cesserà a partire dal prossimo 13 gennaio. «È intollerabile - afferma Penati - la chiusura delle attività cargo di Alitalia. Significa che le nostre imprese dovranno trasportare via terra le merci verso altri scali. La nostra proposta, che avanziamo unitariamente, è che la gestione commissariale di Alitalia continui con le attività cargo ancora per qualche mese».
E secondo un'indagine della Camera di Commercio di Milano condotta su un campione di 531 società, un'impresa milanese su quattro preferirebbe un intervento dei tedeschi per salvare Malpensa. La compagnia francese è stata scelta dall'1,7% degli intervistati, mentre oltre il 40,9% del campione vorrebbe l'intervento di chiunque purché Malpensa riparta. Sul ridimensionamento di Linate per permettere a Malpensa di decollare si pronunciano a favore più della metà degli imprenditori.
Marco Morino
fonte: Il Sole 24 Ore
http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=64448