Paolo_61 ha scritto:Vediamo se riusciamo a concordare su alcuni punti.
magari ci provo, Paolo.
Paolo_61 ha scritto:
1) Le compagnie aeree, pur operando in un settore particolare, sono comunque aziende, e come tale hanno il dovere di massimizzare il reddito a lungo termine. Questo sia nell'interesse dei soci, ovviamente, ma anche dei lavoratori perché solo le aziende in utile possono rimanere sul mercato.
Ok! Come qualsiasi azienda a scopo di lucro. Giustamente, per sopravvivere e continuare a crescere.
Paolo_61 ha scritto:
2) Nel quadro della dialettica interna a un'azienda, è fondamentale la presenza di un sindacato forte che difenda gli interessi dei lavoratori (o di categorie di lavoratori) facendo da contraltare alla forza del datore di lavoro. In particolare compito del sindacato è contrattare i livelli salariali e normativi migliori possibili, compatibilmente con la sopravvivenza dell'azienda nel lungo periodo (e quindi l'affermazione sindacale degli anni '70 che il salario è una variabile indipendente è una cavolata).
E' vero, ma non sempre è così.....e mi chiedo: ma un sindacato, in una azienda qualsiasi, è sempre indispendabile??
Questo lo dico per 2 motivi:
il primo perchè dalle mie parti, ci sono fior fiore di aziende (e non da 4 dipendenti!) in cui il sindacato è formalmente invitato a starsene a casa, si tratta direttamente con il titolare, ben lieto di ascoltare i problemi dei suoi dipendenti e che tratta con i guanti, perchè sono unicamente il cavallo da battaglia dell'impresa!
Allora qual'è la differenza fra un'impresa ed un'altra?? La strategia del management??
il secondo: ma come ca**o ha lavorato il sindacato per i dipendenti di AZ? Segretari generali che firmavano contratti fatiscenti per gli AAVV, le rampe, senza avere l'OK, a priori, dai loro rappresentati, dai lavoratori....

Ma che sindacato è questo?? (e mettici pure il caso ThissenKrup solo per esempio)
Paolo_61 ha scritto:
3) Per raggiungere l'obiettivo del punto 1 l'azienda sviluppa una strategia che tende ad ottimizzare sia il lato dei ricavi sia quello dei costi. Il punto 2 dovrebbe garantire che ciò non avvenga solo a spese dei dipendenti.
Va bene, c'è caso e caso... ma in Italia non sempre è andata così.
Paolo_61 ha scritto:
4) Però vi sono categorie di dipendenti le cui logiche retributive escono dagli schemi fissi del contratto collettivo, in funzione delle loro professionalità specifiche; tipicamente questo vale per i dirigenti. Fra l'altro proprio per i dirigenti vale il concetto di rapporto fiduciario con l'imprenditore, per cui sono licenziabili anche senza giusta causa. Per qualche ragione, pur con la professionalità elevatissima, il personale navigante e i piloti in particolare non possono uscire dalla logica della contrattazione collettiva (non per colpa loro ma per le caratteristiche del lavoro che svolgono).
Ma allora perchè in CAI i cpt hanno ottenuto il contratto da dirigenti? (Unica compagnia a livello mondiale)
Paolo_61 ha scritto:
5) Ma il settore del trasporto aereo è internazionale per definizione, per cui pur essendo difficile ottenere il riconoscimento della professionalità all'interno dell'azienda in cui si opera, questo diventa possibile ad esempio cambiando datore di lavoro o addirittura paese. Questo ovviamente vale per le professionalità più alte, come appunto i piloti, la cui retribuzione è tale da consentire di lavorare anche all'estero.
Secondo me non è tanto la retribuzione.. ma la tipologia di lavoro in se stesso! Essere cioè idonei a lavorare per qualsiasi vettore, senza limitazioni di confini (normative a parte)
Paolo_61 ha scritto:
6) In questo quadro esistono però delle distorsioni, come gli aiuti di stato o i contributi versati dagli enti aeroportuali alle compagnie aeree (tipicamente low cost) per servire un determinato apt.
In sintesi, le low cost chiaramente cercano di abbassare il costo del lavoro, ma l'esistenza di un mercato internazionale per la professionalità pilota di jet dovrebbe impedire che tale operazione si concluda con un eccessivo svilimento retributivo. Da questo punto di vista è fondamentale appunto anche il ruolo del sindacato.
Quanto poi al fatto che troppe persone vogliano fare il pilota, con il risultato che il livello medio degli stipendi scende, questo vale per tutte le professioni (salvo i notai e i farmacisti, ma in quel caso le barriere sono all'entrata). Pensate forse che negli ultimi anni non sia sceso il reddito, ad esempio, degli avvocati, o che i neo laureati in giurisprudenza riescano a lavorare tutti e subito con redditi decorosi?
Io personalmente non giudico tanto Ryanair. E' una buona compagnia, ma la colpa di lasciarle fare ciò che vuole è solo nostra e della nostre amministrazioni locali e centrali.
Ovviamente mi riferisco alle stesse categorie (es: piloti, AAVV) che beneficiano di trattamenti differenti rispetto ai colleghi italiani che lavorano per vettori italiani. I nostri come dovrebbero comportarsi??
