air.surfer ha scritto:....Se, come penso, per chiudere una rotta intendi ridurre le frequenze, questo lo fai per due motivi. Il primo è per ridurre i costi...
150 milioni di post fa, annotavo come, in questo tipo di mercato, non è diretta la relazione tra costi e tratte volate.
In tale occasione ho pure rilevato, grossolanamente s'intende, come il piano fenice fosse squilibrato, proprio in quanto non teneva conto delle caratteristiche strutturali dell'azienda e del mercato.
Il costo del personale in AZ era inferiore a quello delle altre compagnie, che però facevano utili.
Le risorse umane, in particolar modo quelle di terra, dovevano essere collocate in modo più razionale, anche - ma come ultima delle ipotesi - ricorrendo a delle riduzioni, tipo il non rinnovo dei contratti a termine ed il blocco del turn over.
Per quanto riguarda gli altri costi (non di personale), anche qui la strategia doveva essere - a mio parere - quella della "razionalizzazione" (dopo aver condotto una analisi accurata), partendo ad esempio dai contratti capestro di quasi tutte le esternalizzazioni esistenti.
Qualche spostamento di aeromobile poteva anche essere fatto, eliminando le cosiddette tratte politiche (Albenga, ad esempio

, ma ce n'erano anche altre che, mi pare, andassero quasi vuote), e aumentando le frequenze su quelle più richieste.
Gli 80 andavano sostituiti progressivamente, non messi a terra, visto che erano perfettamente funzionanti e ottimamente strumentati.
Airone andava lasciata così com'era, visto che secondo Toto andava benissimo.
Occorreva immediatamente una forte partnership, per le economie di scala.
Occorreva un manager che si intendesse di aeronautica e di gestione del personale, non di banche, abbigliamento o ponti sullo stretto
Secondo me, hanno sbagliato tutto, e i dati,
ad una lettura non superficiale, lo dimostrano (l'analisi di air.surfer è ottima, a livello di auditor)
Ma mi auguro, detto senza ironia, di sbagliarmi. Se non altro perchè ci sono famiglie, lì dentro.