Giustissimo, cara NOTV.
Però, in tal caso, sapere che il "proprio" pilota sia il numero uno o il numero due dei rispettivi corsi importa poco.
In effetti importa anche poco che l'aereo usato nella tratta sia nuovo di fabbrica o rimesso a nuovo, magari più anziano di chi lo porta in volo.
Quello su cui ci si focalizza è il dettaglio, che nello specifico caso abbiamo eletto a nemico numero uno (il pilota, in questo caso).
Poter riporre -fiducia ad uno sconosciuto- è causa e conseguenza di una moltitudine di altri fattori. La società moderna in questo senso, coi suoi fatti di cronaca, non facilita il compito.
L'errore è recepire come minaccia uno solo degli elementi che quotidianamente partecipano nel gioco dell'aviazione civile.
La mancanza di fiducia nel pilota (come uomo, non certo come figura professionale, of course) è comune e comprensibile. Io stesso, prima di essere operato, ho voluto con insopportabile insistenza avere un colloquio nemmeno breve con il -mio- chirurgo. Solo poi mi sono accorto che anche gli altri suoi colleghi non erano da meno, ma io non lo sapevo.
Il pilota non è il segreto dell'aviazione civile, ne è piuttosto un anello. Certo, ne è l'anello front line, quello che dopo una moltitudine di passaggi tecnico/burocratici porta fisicamente l'aereo da A a B.
Il segreto è proprio qui.
Il sistema aviazione, tutt'altro che semplice, e il sistema "volo di linea" è concluso proprio da questi due figuri chiusi in un angusto sgabuzzino pieno di lucette e levette da far imbarazzare una Playstation.
Ne viene, necessariamente, che siano all'altezza del loro compito.
Personalmente ho conosciuto moltissimi piloti, alcuni belli, altri meno belli, alcuni alti, grassi o magri, simpatici, insopportabili, logorroici o solitari. Alcuni altruisti, altri menefreghisti.
Ma tutti egualmente in grado di adempiere il loro ruolo, pur essendoci tra questi alcuni fuoriclasse.
Dunque focalizzarsi su un punto tra i meno comprensibili del sistema aviazione, il pilota, è comune e nient'affatto strano. La fiducia nel mezzo è più semplice: aerei andare e venire li vediamo in cielo tutti i giorni, i piloti no, sono chiusi dentro e non li vediamo.
In effetti sono loro tra i pochi elementi della catena con i quali è difficile venire a contatto. Sono una voce sfuggente nell'interfono.
E sapete da cosa dipende questo?
Non li vediamo, come dicevo.
Abbiamo di solito la facile illusione di poter giudicare il livello di fiducia dal volto, perchè lo squadriamo, lo valutiamo e pensiamo di carpire da questo molte più informazioni di quanto sia possibile fare.
Pensateci un attimo, il vostro medico ha la faccia da scemo?
E' meno tranquillizzante di quello che somiglia a Clooney.
Ma è necessariamente meno bravo?
I nostri piloti invece non li vediamo quasi mai in faccia, e il mistero infittisce l'ansia.
E' per questa ragione che il messaggio all'interfono è molto importante, ed è per questo che alcuni piloti lo conducono secondo alcuni criteri: dare fiducia.
E' l'unico mezzo, la loro voce, col quale possiamo -valutarlo-.
Loro lo sanno, ma non sempre c'è tempo di fare un annuncio che risponda a certi requisiti.
Direi che in definitiva ci si può fidare ciecamente di questi figuri.
Strani sono strani, ma questo conta meno.
