sigmet ha scritto:
Perche''

Volentieri. Poi se me lo chiedi tu!

In sostanza: perché mi suona come un articolo
a tesi predeterminata, taglio che a mio avviso andrebbe sempre evitato con tutte le forze. Attira l'attenzione sul fatto che
"i Tupolev son bare volanti", il che messo in questi termini è scorretto benché sia di tutta evidenza che il rating di un A32x o di un 777 sia su un altro pianeta, e che il 154 avesse anche ad esempio delle specifiche criticità per dire aerodinamiche (i.e., lessi più volte, una relativa propensione al
dutch rolling).
1) nel citare il rating di incidenti non espunge quelli dovuti ad azioni volontarie (sabotaggi, terrorismo, azioni belliche) che nulla hanno a che vedere con l'affidabilità e la "sicurezza attiva" (usando un termine di derivazione automobilistica) della macchina. Allora la Croma in cui è morto Giovanni Falcone dovrebbe abbassare il rating della Fiat, dopo il tritolo di Capaci era ridotta proprio male, a una Mercedes o a una Hyundai non sarebbe andata così? E' quasi un falso ideologico, dal punto di vista del giornalista. Le statistiche vanno usate con la mente come filtro e abbondante uso di condizionali.
2) cita il rating del TU154 (oltre 100 incidenti su 1024 prodotti, quelli con perdita del velivolo son stati 69 secondo ASN, 2833 morti) senza dare un occhiata ai suoi competitors diretti del tempo come lo stimatissimo 727: su 1832 prodotti, 344 incidenti (percentualmente di più) con 119 perdite di velivoli (facendo due conticini percentualmente un po' meno, ma di poco) con 3864 morti. Che dire allora del Trident, su soli 117 prodotti 20 incidenti ma con ben 17 velivoli distrutti? Oltre il 15%! Ma Mao Tze Dong ne aveva fatto il proprio velivolo personale, comprandosene uno poi musealizzato, non credo che se lo fosse scelto da solo, non mi risulta avesse un brevetto. E poteva scegliere. Ancora, il giammai abbastanza rimpianto dai media Caravelle su soli 262 prodotti ha totalizzato sinora 83 incidenti gravi di cui 62 con perdita del velivolo.
Erano standard di sicurezza reale ben peggiori, ma proprio di tanto, di quelli raggiunti sopratutto coi 767, i 777 e la serie A32X; ma scritto in questo modo, sembra che il problema sia incentrato sul fatto che
"è un aereo russo perciò è una baracca".
3) non correla in alcun modo il dato con la filosofia di manutenzione tradizionale d'oltrecortina, che prevede in generale (me lo spiegò un mio inquilino capotecnico del reparto manutenzione degli Md80 a Capodichino) l'utilizzo di componenti più sovradimensionati, "tosti" e durevoli, controllati e/o sostituiti però ben più di rado, rispetto ai nostri criteri occidentali; il che a suo avviso alla fine non pagava, perché
"anche se la roba era più buona e forte, dove servivano due bulloncini di acciaio da 8 ne mettevano direttamente 3 da 9 e di acciaio speciale, con anche tanto peso in più" avevi minori probabilità di accorgerti di un inizio di affaticamento di un componente prima che cedesse; mentre, ad esempio, ai velivoli Sud Aviation rimproverava un'eccessiva complessità di progettazione di molti sottosistemi (
"se per fare una cosa che funzioni bene ci vogliono trenta parti, gli americani vedono se si riesce a farla con venticinque, i francesi la realizzano con cinquantatré per farla in modo ingegneristicamente più elegante, per giunta di cui nove che si possono smontare solo con attrezzi assolutamente specifici e dedicati") e da quel punto di vista sui velivoli pre-FBW preferiva la filosofia di costruzione Boeing anche su quella Douglas - ma in generale quella di scuola americana che trovava più essenziale e razionale.
4) non fa considerazioni di alcun tipo sulle condizioni climatiche e organizzative in cui i 134 e 154, e prima gli Iljushin 62 e così via, si trovavano a volare. Ma nemmeno quelle di altri aerei. Per dire, se si vede l'andamento del rating di incidenti dei Caravelle, da quando eran diventati non solo molto sfruttati ma per giunta ceduti spesso come ultimo utilizzatore a compagnie cargo centrafricane (...capirai...

) le "occurrency" si sono, vedi un po', letteralmente impennate, ma questo non dipende dal design in alcun modo.
Pure un aeroplanetto commuter peraltro considerato di grande affidabilità ed ottimo progetto, come il Twin Otter turboelica, su oltre 930 prodotti ha visto distrutti addirittura 275 esemplari, quasi un terzo ( ! ), in 358 incidenti gravi. Ma è noto che il rating di sicurezza tende rapidamente a peggiorare quando la massa a vuoto cala drasticamente (fra le altre cose, ben minore inerzia nei confronti di raffiche di vento etc).
Per giunta, un Twin Otter viene di norma scelto per effettuare collegamenti in alta quota, in regioni proibitive sul piano climatico come quelle antartiche, isolette, in aeroporti come quello di Lukla, St Barth, Saba, sfruttando al massimo le sue caratteristiche STOL in condizioni meteo straordinariamente variabili, e ben più severe per un velivolo tanto leggero.
Posso affermare, questo si, che il Dornier 228, che fa "proprio lo stesso mestiere" ed è di taglia equiparabile,
parrebbe forse avere un design che ne ha facilitato, ipotizziamo provvisoriamente, una migliore risposta a fattori e sollecitazioni che possono arrivare a concludersi con un incidente: su 228 prodotti, 40 persi in 49 incidenti maggiori. Percentualmente meglio del De Havilland. Ma anche questo debbo pensarlo con molta prudenza; perché il numero di velivoli prodotto e le ore di volo accumulate e gli atterraggi completati non sono ancora comparabili.
5) Il giornalista cita come ciliegina sulla torta il richiamo ai Sukhoi Superjet 100, in una logica tipo
"il lupo perde il pelo ma non il vizio, vedi? sempre robaccia russa è" senza ricordarsi che è frutto di una joint venture
al 51% italiana e al 49% russa, che la coda se non rammento male ... la facciamo noi (debbo verificare) e per giunta è la francese Snecma, non la Sukhoi, a produrre del motore tutta a parte a flusso caldo e la scatola ingranaggi (imputata dell'eccessiva usura). I russi producono solo il fan e in generale la parte a bp (flusso freddo).
Fretta di trovare un dato recente a riprova e conferma che il problema è l'origine russa del velivolo?
Sulle
fusoliere che si spezzano nei fuoripista sorvolo pietosamente, non debbo spiegare davvero nulla a te. E chissà se ha contezza del motore esploso in volo al 380... per me se glielo dici non ci crede.
Ad aver tempo da perdere (non ne ho) mi piacerebbe vedere cosa eventualmente ha scritto il collega dell'iniziale odissea del 787... Insomma, tutto un taglio che io non condivido globalmente; se qualcuno mi avesse commissionato un pezzo sull'argomento, avrei
cercato di scrivere qualcosa proprio
strutturato diversamente.
Qui sul forum si grida allo scandalo e ci si straccia le vesti ogni volta che in una cronaca si scambia un Piper per un Cessna; ma quelli in fondo son davvero peccati veniali, ma chi se ne frega se scrivi mozzarella di bufala invece era di mucca, purché la narrazione dei fatti sia
obiettiva e intellettualmente equidistante.
Un vecchio pensionato può legittimamente permanere nella convinzione che
"le Alfa fanno subito la ruggine" solo perché ebbe come unica Alfa un'Alfasud che puntualmente fece quella finaccia... costruita negli anni della microconflittualità sindacale a Pomigliano d'Arco e dei sabotaggi nel reparto verniciatura; un giornalista deve seguire il mondo che cambia sotto il suo naso, e NON deve avere preconcetti tecnici o ideologici (
o tecnici perché inconsapevolmente ideologici verso un sistema di società che pur legittimamente non condivide?), mai.