TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

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hirundo

TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

Messaggio da hirundo »

Mentre ci allontaniamo dal porto fluviale guardo le vie di Coca con occhi diversi. Quella che due giorni prima avrei faticato a definire una vera città ora mi sembra una metropoli: strade, case in muratura, negozi, luce elettrica, telefono… non che tutto questo mancasse davvero, nell’incanto del laghetto e delle capanne di bambù: ma starne lontani aiuta a capire quanto si lo dia per scontato.
Chiusa una parentesi in cui lo spazio sfugge alle nostre unità di misura ed il tempo non è scandito dai giri d’orologio, riprendiamo il viaggio con i ritmi abituali. Il programma prevedeva l’arrivo a Banos, località termale ai piedi del Tungurahua; ma il vulcano si è svegliato di cattivo umore qualche giorno fa :(: non è possibile pernottare nella zona e se il livello di allarme aumenterà ancora sarà evacuata la popolazione. I geologi sono discordi, qualcuno ritiene che esploderà :shock: mentre altri fanno previsioni meno catastrofiche; in ogni caso le guide ci assicurano che stando lì non dormiremmo affatto: è un continuo brontolio, minaccioso e inquietante. Con decine di vulcani sul loro territorio, gli ecuadoregni hanno una sorta di atavica rassegnazione a vedersela con le eruzioni; conviene senz’altro dar retta a loro ma per me, che un vulcano attivo non l’ho mai visto da vicino, l’idea di ascoltare la voce della terra –per quanto terrificante– era assai suggestiva.
Il cambio di programma allunga la nostra tappa e ci impone di ridurre all’osso le soste. Procederemo fino a Riobamba, ai piedi del più tranquillo Chimborazo che è la maggior vetta del Paese, a quota 6310 m (una curiosità: a causa dello schiacciamento ai poli, la vetta del Chimborazo dista dal centro della Terra più della vetta dell’Everest). Dobbiamo percorrere in tutto circa 500 km e, tranne nei tratti più vicini ai rari centri abitati, la strada ha un asfalto molto sconnesso o è sterrata. Alcuni passaggi sono davvero impegnativi: per evitare le buche più profonde o il materiale franato si procede sull’orlo del precipizio :shock: e non c’è alcun tipo di protezione. Inoltre piove a dirotto e per parte della mattinata il panorama è pressappoco questo:
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Procediamo lentamente. A Tena, dov’era inizialmente previsto il pranzo, passeremo soltanto alle 17; ci fermiamo prima e, malgrado il pochissimo preavviso, troviamo un buon piatto unico ed una freschissima limonata servita in grandi caraffe di metallo. Restiamo perplessi nel vederla piena di ghiaccio, ma è talmente buona che non resta neppure una goccia. Nel pomeriggio il tempo migliora un po’ e riusciamo ad osservare come la vegetazione tipica foresta si spinga sui fianchi delle Ande fino ad altezze notevoli. Impressionante è la quantità di corsi d’acqua, anche di notevole portata: ora mi è più facile comprendere l’abbondanza d’acqua del Rio Napo! Quando arriviamo, sfiniti, alle 10 di sera ci mettiamo in coda per stringere la mano al nostro autista. Il giorno seguente visitiamo Riobamba con la sua bella cattedrale e la piazza principale.
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Davanti alla cattedrale ho modo di osservare che anche l’abito delle monache si adegua alle usanze locali: :D
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Nei dintorni della città c’è una chiesa del 1534, la più antica dell’America Meridionale.
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La decorazione scolpita è estremamente semplice:
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Partiamo ora alla volta di San Pedro de Alusì, stazione della ferrovia che unisce Quito a Cuenca e Guayaquil. La tappa del giorno prima ci ha mostrato quanto gli spostamenti in Ecuador siano tuttora lenti e difficoltosi; conviene però spendere due parole per spiegare l’importanza della ferrovia e la sua travagliata realizzazione.
Quito è oggi collegata a Guayaquil da voli di 30 minuti che superano facilmente la cordigliera occidentale e le zone paludose della costa. Fino all’inizio del ‘900 esisteva una sola strada, costruita dagli Incas ed utilizzata in seguito anche dagli Spagnoli, dagli esploratori del XVII secolo e dagli eroi dell’indipendenza, come Simon Bolivar; il percorso –180 km su vie d’acqua ed i restanti 340 a dorso di mulo– era estremamente pericoloso e durava dai 10 ai 14 giorni. Col crescere delle esportazioni di cacao il presidente Garcia Moreno intuì la necessità di collegamenti per favorire uno sviluppo armonico del Paese. La costruzione della ferrovia, decisa nel 1869, fu però ostacolata non solo dalle enormi difficoltà tecniche e dai disastri naturali, che spesso travolgevano i tratti già realizzati, ma anche dall’instabile situazione politica (Moreno fu assassinato nel 1875).
Nel 1895 un ingegnere inglese, Sigoald Muller, definì l’impresa “the most difficult railroad in the world”. Il generale Eloy Alfaro ricorse allora ad Archer Harman, che arrivò da New York nel 1897. “The Guayaquil & Quito Ralway Company” riprese i lavori nel febbraio 1899 e già nel 1900 le piogge torrenziali distrussero gran parte del lavoro fatto, oltre a causare numerosi morti. Dopo aver consultato Alfaro circa l’opportunità di proseguire, Harman abbandonò la strada intrapresa per tornare alla via meridionale ripartendo da Bucay. Da lì si giunse al proibitivo ostacolo della Nariz del Diablo: per scalare le pareti pressoché verticali la via fu tracciata nella roccia viva con uno zigzag che i treni percorrono alternando tratti in avanti e all’indietro, superando un dislivello di 821 metri in 11,8 km :shock:. Il passaggio al Naso del Diavolo costò numerose vite umane, falcidiate da incidenti con gli esplosivi e malattie allora incurabili :cry:. Da lì a costruzione proseguì più spedita ed il primo treno arrivò a Quito il 25 giugno 1908.
Noi percorreremo proprio il tratto della Nariz del Diablo. Attendendo il treno visitiamo la graziosa cittadina di Alausì, purtroppo immersa nelle nubi, e facciamo uno spuntino a base di succhi di frutta e focacce al formaggio nel coloratissimo bar della stazione.
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La ferrovia passa al centro della cittadina, quasi come una linea di tram :roll::
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L’aspetto dei “treni" è abbastanza inconsueto:
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Ed ecco il nostro, riservato alle escursioni turistiche (sta scaricando il gruppo precedente :D):
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Si parte. Con alcuni accorgimenti per la sicurezza è possibile viaggiare sul tetto :D, apprezzando meglio panorami, pareti, strapiombi e… non pochi traballamenti! :mrgreen: Qualche immagine della valle, aspra e disabitata:
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Siamo allo zigzag: sotto di noi i due tratti che percorreremo a breve, il più alto andando all’indietro e più giù nuovamente in avanti. A fondovalle c’è una stazione abbandonata.
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E infine la Nariz del Diablo che tanti grattacapi ha dato ai costruttori della linea:
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Il “treno” sembra piuttosto un pulmino addomesticato alla rotaia :D:
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Un tratto dei binari nei pressi della Nariz del Diablo:
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Sulla via del ritorno, riecco lo zigzag: stiamo marciando all’indietro, in vista del secondo “gomito”:
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Dopo pranzo partiamo verso Ingapirca, il maggior sito archeologico dell’Ecuador. Si tratta di una città Incas fortificata, con botteghe, magazzini ed un centro cerimoniale, abbandonata nel 1530 per l’avanzare degli Spagnoli. Anche qui siamo avvolti dalle nubi (e cominciamo a capire perché da queste parti si adorasse il sole :roll:).
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Sul sito pascolano gli unici lama visti in Ecuador: questi animali diffusissimi in Perù non amano il clima umido, per cui da queste parti si allevano più facilmente mucche e maiali (le differenze climatiche tra i due Paesi sono dovute alla fredda corrente marina di Humboldt che risale le coste cilene e peruviane, mentre quelle dell’Ecuador sono lambite da correnti calde ed umide, portatrici di piogge abbondanti).
Il taglio delle pietre è così preciso che, se non fossero bombate, a fatica se ne distinguerebbero le congiunzioni:
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L’edificio destinato al culto dell’Inca:
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Da Ingapirca, percorrendo un tratto della Panamericana, arriviamo a Cuenca.

[continua…]
kissene

Re: TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

Messaggio da kissene »

Che meraviglia...e che capacità narrativa!
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LIDT
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Re: TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

Messaggio da LIDT »

Forse questo mio commento starebbe meglio in ETR500.it, e non su MD80. :oops:
Però...
quel viaggio in treno, indimenticabile!!!
Oddio... treno :)
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@fabrizioLIDT
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luciocaste
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Re: TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

Messaggio da luciocaste »

Complimenti per lo splendido racconto e per le fantastiche foto.

Chissà che emozione viaggiare sul tetto di quello stupendo trenino.
Luciano

Per vedere le mie foto clicca qui

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hirundo

Re: TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

Messaggio da hirundo »

LIDT ha scritto:Oddio... treno :)
Eh sì, va nominato con cautela in un forum di aviazione :lol:; a mia discolpa, ho voluto sperimentare come si viaggiava prima e condividere l'esperienza :mrgreen:. A suo tempo il trenino è stato un grande passo avanti (il giornale di Quito giungeva sulla costa dopo "solo" due giorni!) e la linea è tuttora in funzione. Visti dal tetto alcuni tratti sono davvero da brivido :D.
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Re: TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

Messaggio da aeb »

:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock:

...fantastico.....
Andrea

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Re: TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

Messaggio da jackiebrown »

Splendide foto... e poi ho un ricordo affettuoso di un ragazzo ecuadoregno conosciuto durante un master a Pisa diversi anni fa!
Laura

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Re: TR Ecuador, gennaio 2008 – V (Da Coca a Cuenca)

Messaggio da AZ055B-) »

Bellissima la città :D
"Possiede i requisiti per il certificato medico della classe 1 con le eventuali limitazioni riportate" [VML]
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