sigmet ha scritto: Alla fine abbiamo toccato un punto nodale:la filosofia degli impianti.Ma il discorso e' talmente vasto e difficile da affrontare in poche righe che ogni tentativo sarebbe inutile.
Quello che posssiamo unicamente fare e' riflettere su alcune considerazioni di carattere generale.
Il concetto di ridondanza ha una sua valenza quando in caso di indisponibilita' di un sistema o di uno strumento,io ho la possibilita' di avere gli stessi dati a disposizione in una presentazione simile od equivalente.
Fino a qualche anno fa era cosi': 2 o piu' strumenti,2 o piu' impianti 2 o piu' sistemi etc.Se si rompeva qualcosa ( e generalmente le avarie erano piuttosto chiare come presentazione) si aveva la possibilita' di avere un alternativa a disposizione. Poi sono arrivati i computer e con questi l'intregrazione dei dati sugli strumenti (quindi il loro aspetto) e li il discorso si' e' complicato.Sopratutto da un punto di vista logico.
E' cambiata quella che viene chiamata "filosofia" ma che altro non e' se non il complesso di interazioni che legano l'uomo alla macchina.
Il fine dell'automazione e' quello di alleggerire il carico di lavoro, mentre il metodo o tecnica per rendere facile il dialogo tra uomo e macchina e' l'ergonomia.
La chiave per capire quello che e' successo in questi ultimi anni e' questa:
Sugli aerei delle generazioni precedenti si davano comandi che provocassero azioni che (il pilota pensava) portassero a ottenere la manovra voluta-oggi si danno comandi che indicano quale manovra si vuole; poi ci pensa il sistema
Ma per far questo il computer deve utilizzare una serie di dati di cui il pilota puo' anche non essere a conoscenza (basti pensare al comando fly by wire dove il pilota non ha piu' la sensazione dello sforzo di barra )o alla logica dell'ECAM dove un eventuale avaria viene segnalata al pilota attraverso la presentazione dello schema sinottico dell'impianto interessato.
Allora il computer dice al pilota solo cio' che a lui puo' servire alleviandolo dal continuo monitoraggio degli strumenti che in quel momento non servono.Sia nelle condizioni di normale utilizzo cosi' come nelle situazioni critiche..Abbiamo modificato quindi un elemento della catena convenzionale e cioe' la "percezione". Il pilota non ha piu' la percezione dell'elemento critico(sia facente parte di un sistema o di un componente) ma e' la mediazione del computer a favorire l 'individuazione del problema e la sua soluzione.
Ma e' sempre cosi? In un famoso modello ergonomico c'e' una fase successiva alla percezione detta della "interpretazione dello stato di un sistema" ovvero l'analisi qualitativa del sistema attraverso le informazioni che il computer sta fornendo e dell'idea che questo ci trasmette.Nel caso del 330 ma anche su altri aerei di ultima generazione,problemi analoghi a quelli segnalati sul volo AF447 avevano messo in evidenza che i dati aria ed inerziali venivano processati dalle ADIRU in maniera che alcuni segnali anomali potevano bypassare l'interfaccia utente oppure fornire di questi una presentazione ambigua o incompleta.
Per fare un esempio comprensibile: si pensi ad un altimetro che si muove a scatti. Sara' facile per la percezione che abbiamo e in funzione della nostra esperienza ,immaginare che lo stesso strumento possa darci valori inattendibili.Al tempo stesso ci permettera' di giudicarne la qualita' e scegliere eventualmente di usufruire dello strumento o del sistema alternato e soprattto di decidere quale sistema sara' piu' adatto a governare l'autopilota. Se pensiamo pero' al computer,questo fornisce solo valori assoluti .Spesso il computer riconosce solo il bianco o il nero,l'off o l'on,l'1 o lo 0.In questi casi la diagnosi diventa piu' complicata specie se il sistema non e' piu' in grado di autovalutarsi qualitativamente. Questo e' il motivo per cui in caso di dati insufficienti o comunque incongruenti con particolari logiche,il computer di volo del 330 ( e degli altri aerei simili), dice:" io in base ai dati a mia disposizione non sono piu' in grado di garantirti le protezioni che ti potevo dare prima, e parte del lavoro la passo a te pilota".Ma cio' potrebbe non essere sempre sufficiente o addirrittura potrebe essere fattore di possibile disorientamento la dove il decision making dovesse essere ostacolato da un eccesso di informazioni errate o esatte , che il computer comunque continua a dare (si veda il caso di avarie multiple all'anemometro,alla vertical speed,all'altimetro,etc). Le informazioni in realta' non sono mai "miscelate" ma "distribuite" ai vari strumenti in funzione delle fonti a disposizione e delle condizioni di utilizzo.Questa distribuzione ,per scelta di progetto,(o di "filosofia") viena affidata ancora all'uomo ma questo deve essere messo in grado di poter agire su quello che viene chiamato "contenuto dell'informazione fornita".Se ho tre sistemi indipendenti debbo poterne giudicare l'attendibilita'.I tre sistemi debbono essere indipendenti(pena l'interazione tra strumenti in conflitto), ma al tempo stesso debbono essere disponbili,previa la corretta verifica della loro qualita' , su tutti gli strumenti.La logica e' sempre quella degli aerei di vecchia generazione ma sia l'interfaccia che l'hardware sono profondamente cambiati.Le procedure volte a recuperare parte delle informazioni del sistema dovrebbero sempre e chiaramente suggerire il "course of action" in maniera lineare,ovvero facilmente eseguibili dal punto di vista della logica umana.
Alien ha scritto:Infatti il mio sospetto mi dice che con un problema su due delle tre velocità rilevate si sia scatenato un problema triplo, cioè amplificato, per i piloti, e per il FCS. Che ne so, magari hanno deciso di spegnere l'unico canale buono che avevano, e hanno poi creduto alle indicazioni rimaste, che erano sballate. E' cosi' strano?
In realta' le indicazioni premonitrici che presumibilmente hanno avuto sono state minime e di colpo o quasi si sono ritrovati in totale assenza di dati di velocita' su tutti gli strumenti.A quel punto ogni possibilita' di recupero era impossibile.
Quello sollevato da Alien e' un problema che se prima era di relativamente facile soluzione,oggi comporta riflessioni attente ed ulteriori approfondimenti dal punto di vista ergonomico agendo sia sull'adattabilita' del sistema che sulla sua adattivita'.
Mi scuso se sono stato prolisso.