Nei giorni scorsi i presidenti di Camera e Senato hanno risposto ad una lettera del Sult, inviata anche al presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi ed ai ministri competenti, sulla situazione dell’Alitalia, sulle criticità e sugli interventi necessari al rilancio della compagnia e dell’intero settore.
I presidenti Bertinotti e Marini hanno investito del problema le Commissioni parlamentari competenti ed ora attendiamo un intervento concreto e tempestivo del Governo.
Il ruolo del Governo è fondamentale sia nella funzione di azionista di maggioranza, sia rispetto alle competenze di programmazione economica e strategica del settore.
L’Autorità antitrust nel nostro paese dovrebbe favorire le sinergie tra vettori, tenendo conto che in Francia o in Germania le compagnie di riferimento, che detengono quote di mercato domestico tra il 75 ed il 90%, operano senza subire alcun tipo di condizionamento.
Non è inoltre più rinviabile una riforma completa del settore, a cominciare dal riordino del sistema aeroportuale nazionale, l’individuazione di strumenti, regole e modalità di attuazione che pongano tutti gli operatori sullo stesso piano, che combatta chi non rispetta le regole o cerca costantemente il modo per aggirarle, che stabilisca clausole sociali, contratti nazionali e regole trasparenti sugli appalti.
Tutto ciò per avere aziende sane che sviluppino occupazione e diano il loro contributo allo sviluppo del made in Italy e del sistema Paese e per dare ai cittadini un servizio di qualità offerto in completa sicurezza.
I lavoratori dell’Alitalia hanno pagato ripetutamente e pesantemente per un rilancio che non è mai arrivato.
Nonostante tutto, gli enormi sacrifici dei lavoratori hanno almeno messo a nudo un fatto ormai indiscutibile: per rilanciare realmente l’Alitalia è indispensabile affrontare i problemi di scenario, di progetto industriale, di strategia, e non continuare a demotivare il personale attraverso una continua erosione normativa e salariale.
Da tempo, infatti, sosteniamo che la ricapitalizzazione di Alitalia ha risolto esclusivamente i problemi finanziari immediati ma non ha toccato il nodo fondamentale che, solo, può realmente rilanciare la compagnia di bandiera: un progetto che preveda una specifica missione industriale. Serve quindi un intervento che possiamo sintetizzare in 5 punti:
1) Riorientamento dell’Alitalia soprattutto verso l’attività intercontinentale dove la concorrenza si fa tra compagnie simili, dove non ci sono compagnie low cost e dove la competizione si sviluppa non soltanto sui costi del biglietto ma anche sulla qualità del servizio.
2) Politica delle alleanze che deve vedere una ridiscussione di quello che sino ad oggi è stato considerato un “punto fermo- (Air France), ma che non si è realizzato: notevoli potrebbero infatti essere le sinergie con un vettore dell’estremo oriente e/o con una importante compagnia del medio oriente. E’ evidente che alleanze di questo tipo avrebbero sicuramente una forte valenza industriale e strategica, ma eventualmente anche finanziaria.
3) Il mercato europeo deve continuare ad essere fortemente presidiato, mentre quello domestico deve essere oggetto di rivisitazione, anche attraverso accordi e/o fusioni con vettori italiani.
4) La struttura della flotta, in funzione di un riorientamento verso l’intercontinentale, deve prevedere soprattutto un forte sviluppo degli aerei di Lungo Raggio, verificando le ottime possibilità che oggi offre il mercato aeronautico.
5) L’assetto industriale del Gruppo deve seguire il modello dei principali vettori europei, senza inutili e dannosi spacchettamenti ed esternalizzazioni. E’ indispensabile motivare nuovamente il personale e costruire nuove e corrette relazioni industriali.
(Sult – Segreteria nazionale comparto Trasporto aereo)