Ciò che segue è il report di un sogno interrotto 3 anni fa – la sera prima della partenza per la stessa destinazione finale attuale – ma esauditosi in maniera ancor più entusiasmante per una serie di circostanze e di supporti che negli ultimi mesi hanno giocato a mio favore.

Il mio ringraziamento va, fin dal principio, a Cathay Pacific per il trattamento super-lusso che mi ha riservato (nella menzione all’azienda desidero implicitamente includere tutte le persone coinvolte, di ogni ordine e grado, ivi comprese quelle non direttamente impiegate dal vettore ma che hanno avuto un ruolo determinante – e anche un bell’impegno – nell’organizzare il tutto. Non elenco i nomi perché non so se posso farlo, lol).

Per brevità linko a chi va di fretta la pagina dell’album fotografico su Facebook: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1370308039710625.1073741847.185849998156441&type=1&l=8f9a8f7193

Giorno 1 – 11/02/2017

Giornata clou,  è il momento di partire; non è una partenza di quelle che mi capitano di solito, un point-to-point aviotrasportato di massimo due ore con applauso finale della clientela italica su suolo continentale; stavolta si parte da Linate, si scende a Roma, si brama un po’ il “giocattolino” di Cathay Pacific (CX, da codice IATA) e poi si parte per Hong Kong. Quello che definisco scherzosamente “giocattolino” altro non è che il nuovissimo modello di Airbus, l’A350-900, entrato in flotta lo scorso anno (CX ne ha ordinati 20 e dallo scorso maggio ne ha ricevuti 10), più 26 in ordine nella versione -1000 che ancora in fase di test in casa Airbus).
L’A319 Alitalia non ha una particolare presa su di me, un plastichino che stavolta mi serve solo per raggiungere il vero inizio del viaggio; arrivo a Roma in preda a 1000 pensieri ed emozioni, ne combino più di Bertoldo; in 10 minuti riesco a:
– trovarmi tra le due porte scorrevoli di uscita dall’area sterile, pensando che di lì ci fosse il baggage claim; me ne accorgo e rimedio per tempo sfruttando quelli che uscivano davvero e riaprivano le porte, torno sui miei passi fischiettando e senza che nessuno si accorga;
– ritiro il bagaglio, strappo subito l’etichetta per arrivare al nuovo check-in e la butto nel cestino; sto per uscire dall’area airside e un finanziere mi si accosta dicendo “posso vedere per favore i documenti?”. Li guarda, nel mentre mi dice: “la prossima volta aspetti di uscire prima di rimuovere tutto ciò che è attaccato al bagaglio. Vada pure”. Bene, seconda cazzata fatta.
– sono in fila al check-in di CX, e sento pronunciare la parola UPGRADE. “ma chi, io?”. “Si, guardi, ora le stampo anche l’invito alla lounge e il tagliando per il fast track”. Già ero rintronato prima, figuriamoci adesso: prendo tutti i tagliandi che girano (il fast track, l’accesso alla lounge, il tag per il bagaglio stivato che in business non è solo un rettangolino come in economy); mi allontano e faccio la mia personalissima check-list pre-volo: “porca zozza, la carta d’imbarco!!! Ma è normale che uno che si occupa di aviazione debba fare 3 cagate del genere in 10 minuti? Basta, attacca il cervello e smettila”. Da quel momento, devo dire, non ho più avuto svarioni.

Dopo il check-in per Hong-Kong (con stopover di un paio di giorni, e visita al quartier generale di Cathay Pacific, CX City) inizio ad incamminarmi verso la zona della lounge, al terminal E); lo vedo in tutta la sua bellezza slanciata, nella livrea dominata da quel verdone intenso di casa Cathay Pacific, in attesa dei passeggeri. Sarai mio!

TRIP REPORT - HONG KONG E CHENGDU (CINA) CON CATHAY PACIFIC E CATHAY DRAGON - DAY 1

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La Lounge mi permette di occupare il tempo durante l’attesa, ma appena attacco lo streaming della gara Red Bull Air Race viene aperto l’imbarco del mio volo: vestizione alla Superman, check-list oggetti dimenticati alla Speedy Gonzales e… ¡Ándale, ándale!
Brucio il gate con le suole, mi precipito nel finger e per la prima volta entro dal lato con la scritta “Business Class”.

 Pensavo che in quel tunnel magico sul lungo raggio ci fosse un megadirettore intento a dirigere un equipaggio di condotta con le strisce gialle in pelle umana; invece no, il crew è normale, umano e me ne accorgo quando tento di fare una foto in cockpit e vengo blandamento invitato dal Flight Engineer ad andare ad importunare le ragazze come fanno quelli normali. Obbedisco, tanto un mezzo successo l’ho ottenuto

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Mi accomodo al mio posto, o per meglio dire nella mia piccola Reggia. Un sedile largo e lungo, che nelle versioni “camporella” e “s’è fatta ‘na certa, me faccio ‘na pennica” diventa un flat-bed da far invidia anche a quelli dei materassi.

TRIP REPORT - HONG KONG E CHENGDU (CINA) CON CATHAY PACIFIC E CATHAY DRAGON - DAY 1

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Subito vengo raggiungo da una flute di fino: prometto a me stesso di comportarmi da signore di business class, da quel momento berrò solo un bicchiere di Sauvignon Blanc, evitando di lasciarmi andare alle tentazioni da neo-alcoolista (poco) anonimo.

Poco dopo vengo raggiunto dal menù e mi accorgo di essere morto… o quantomeno vicino al Paradiso… o quello che è, comunque gli somiglia molto.

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Vi prego, dite ai miei che sono morto felice, strafogandomi col menù di bordo!! E invece no, non era la mia ora. In compenso era quasi ora di partire, per cui ho approfittato del poco tempo rimasto per spararmi una serie di foto alla Business Class dell’A350 Cathay Pacific

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Gioiellino purissimo.  E ora pushback, taxi, decollo: siamo in aria, e da quel momento l’unico “rumore” che sento sono i bocchettoni da cui entra l’aria; sembra che i motori siano spenti, non si sente nulla. Da una parte aiuta i passeggeri, dall’altra mi fa sembrare il volo fin troppo pacato; cerco nell’IFE con schermo gigantesco dei suoni tipo di un F-104, così per avere un po’ di potenza nelle orecchie, ma non c’è. Ovviamente, al di là dello scherzo, la silenziosità dell’A350 è qualcosa di incredibile.

Pochi minuti dopo il decollo arriva il magna magna: non quello solito cui ci siamo abituati in Italia, ma il pranzo luculliano che si era pregustato in precedenza

TRIP REPORT - HONG KONG E CHENGDU (CINA) CON CATHAY PACIFIC E CATHAY DRAGON - DAY 1

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Le ore successive vengono spese rimirando il luogo mitico in cui noi passeggeri ci ritroviamo a viaggiare o sfruttando l’intrattenimento di bordo, soprattutto le tante opzioni per seguire il volo… tra cui svariate visuali in formato mappa e due telecamere.

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Faccio una toccata e fuga (quest’ultima indotta) in Economy Class e mi accorgo che anche lì non se la passano male per niente male, seat pitch generoso e ottimo IFE anche per loro.

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Passano le ore e… in virtù del fuso orario il primo giorno finisce.

Appuntamento al prossimo aggiornamento.

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