Non saranno contenti i canadesi e i brasiliani ora che la Russia sta per riavviare la produzione di aerei di linea.
La Sukhoi Holding, principale produttore di aerei militari e sistemi d’arma del Paese, presenta, come noto, un progetto per la produzione di un nuovo aereo civile di piccole dimensioni e a raggio regionale, il Sukhoi Superjet 100, che potrebbe diventare un diretto concorrente della canadese Bombardier e della brasiliana Embraer, al momento gli unici produttori di aerei da trasporto di piccola capacità (da ottanta a cento passeggeri).
La Russia non produce aerei civili dal 1995, ma il Sukhoi dovrebbe entrare in produzione alla fine del 2007.
Il mercato mondiale per aerei regionali viene stimato dall’ufficio studi della Boeing a circa 3.900, di cui almeno 1.600 in Russia.
Boeing e Airbus (Eads) stanno ora valutando la possibilità di diventare azionisti della Sukhoi per accedere al mercato russo quando, come appare inevitabile, riprenderà la progettazione e la produzione di aerei di maggiori dimensioni diretti concorrenti dei due giganti.
La domanda russa di aerei di medie dimensioni viene stimata intorno alle 1.300 unità nei prossimi quindici anni.
Una impresa italiana, Alenia Aeronautica (gruppo Finmeccanica), è già diventata azionista acquisendo una partecipazione costata 200 milioni di dollari.
Airbus e Boeing potrebbero investire circa 1,2 miliardi di dollari nella Sukhoi. Interessante notare che il Governo russo non sembra opporsi alla presenza di capitali stranieri in settori strategici quali l’aviazione, a condizione che siano i russi a controllare le attività.
Qualcosa di simile avviene nella recente operazione della Rosneft, che emette azioni per 10 miliardi di dollari.
Varie società petrolifere europee, tra cui la British Petroleum e la Shell, acquistano azioni della Rosneft, di cui detengono ora una partecipazione del 20 per cento circa valutata intorno ai 2 miliardi di dollari.
La semi-privatizzazione della società petrolifera russa sembra indicare quali siano le future linee guida dal Governo di Mosca nei confronti degli investitori stranieri.
Non è consentito l’acquisto di azioni a società finanziarie e grossi investitori privati, spesso considerati dai russi alla stregua di speculatori, bensì a piccoli sottoscrittori e società industriali.
Qualcosa di simile comincia a profilarsi nell’industria aeronautica e in quella siderurgica.
Nelle prossime settimane è probabile che un’operazione simile si ripresenti con la liquidazione definitiva della Yukos, per la quale il fallimento è ormai inevitabile. S.g
(Fonte Il denaro it)
2006-07-31