SENZA SOLDI NIENTE VOLI DI STATO

-Il grido di dolore del generale Tricarico, capo dell’Aeronautica: fondi irrisori-
 
«DIREMO a Governo non ci sono più fondi per aerei di Stato». Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, il generale di squadra aerea Leonardo Tricarico, a poco più di un mese dalla fine del suo mandato (sarà sostutito dal generale Vincenzo Camporini, dal prossimo 20 settembre) traccia un consuntivo per l’Arma azzurra in cui non mancano «sofferenze» dopo i tagli attuati dalle ultime finanziarie al comparto Difesa.
«Non mi era mai successo in tutta la carriera di dover affrontare difficoltà così drammatiche e ostiche.
Sono stati due anni difficili contraddistinti da difficoltà economiche e finanziarie.
Ho svolto il mio mandato in un periodo in cui il Paese è stato costretto a contenere in maniera significativa le spese e quindi anche le Forze armate hanno dovuto farsi carico di queste necessità».
I tagli di budget sono stati considervoli. «L’anno della svolta in senso negativo è stato il 2006, anno in cui sono stati inferti i colpi più duri al bilancio della Difesa.
Per dare un’idea, – spiega Tricarico a Mino Esposito di Apcom – l’Aeronautica militare aveva chiuso il il 2005 con un bilancio di esercizio di 1.032 milioni di euro e poteva già essere considerato il risultato di un anno di grandi sacrifici che hanno prodotto effetti sulla vita quotidiana: in primis, sull’operatività dei reparti, sull’addestramento, sulle spese per le missioni all’estero e sulle condizioni di vita del personale».
Nel 2006 (l’annus horribilis) il budget d’esercizio è stato ridotto a 449 milioni di euro con un taglio di circa il 50%. Ma non è finita qui.
La scure è calata nuovamente sul bilancio con il decreto legge n.223 del 4 luglio con il quale è stato imposto un accantonamento che congela fondi del bilancio dell’Aeronautica di 100 milioni di euro, fino a fine autunno. Il risultato? «Abbiamo cominciato a fare delle stime sull’impatto e le prospettive sono molto fosche – risponde Tricarico.
Dovremo fare delle scelte e rivedere la parte operativa: ad esempio, ci saranno effetti sull’attività di manutenzione dei velivoli e saremo costretti a comprimere l’attività operativa, compresa quella degli Uav (aerei senza piltota) in Iraq il cui contratto di di manutenzione non ha completa copertura».
«Anche le spese di manutenzione per gli aerei di Stato di questo passo non saranno più affrontabili – spiega Tricarico – se non succede niente.
Dovremo dire a Palazzo Chigi che questo servizio non potremo più fornirlo».
Dai tagli arriva anche una decurtazione nelle assegnazione delle «fuel-card» (i buoni benzina per le missioni all’estero). «Questo vuol dire che presto potremmo essere costretti a rivedere anche l’impiego dei C-130 all’estero».
Per il budget previsto per questo tipo di spesa (carburanti e lubrificanti), inizialmente di 72 milioni di euro, è stato ridotto di 15 milioni di euro. In bilico anche l’addestramento. «Sull’addestramento dei piloti abbiamo già tagliato molto.
Le ore di volo dei piloti sono state già decurtate significativamente.
Un ulteriore restrizione – prosegue Tricarico – mi costringerebbe a fare un’analisi molto attenta sui programmi di addestramento dei piloti, sulla loro preparazione e adeguatezza a svolgere missioni». (Fonte  Il Tempo it)

2006-08-07