Giornata decisamente nera, quella di ieri per Guido Falqui Massidda, noto professionista di Rovereto.
Ieri mattina,attorno alle 9.30, si è schiantato con l’elicottero che stavapilotando: un incidente nel quale ha rischiato la vita e, particolarenon proprio secondario, ha mandato in fumo circa 200.000 euro. Tantovale il Robinson R22, macchina da istruzione che la Italfly diMattarello usa per formare piloti, tra cui anche quelli che guidano iDauphine da soccorso dei vigili del fuoco
E, come se non bastasse, ilnotaio ha dovuto aspettare circa tre ore e mezza per farsi fare ungesso al cto.Villa Igea. Ma nonostante la sfortuna e la paura, Guido FalquiMassidda, pensionato, classe 1936, quando esce dal pronto soccorso,attorno alle 16.30, ha un sorriso tranquillo: i medici gli hanno dettoche non ha nessuna frattura, ma solo una lesione all’ulna del bracciosinistro, per cui dovrà tenere il gesso per 30 giorni. Il suo umoreserafico si spiega facilmente: dal suo punto di vista la giornata diieri è stata una di quelle da annoverare tra le più fortunate dalmomento che l’incidente poteva costargli caro. Ne è uscito inveceilleso insieme al giovane pilota istruttore che gli stava accanto. Comespesso accade il giovedì, Guido Falqui Massidda è arrivato a Mattarelloper il suo abituale volo, quasi settimanale: il notaio è un pilotaesperto e vola regolarmente. Possiede un brevetto sia per l’elicotteroche per l’aereo. È molto amico del titolare della Italfly, azienda chepossiede circa un’ottantina di mezzi, tra elicotteri e aerei e che dal1987 ha avviato una scuola di volo, che a dato il brevetto a più di 350piloti. Sul Robinson R22, un piccolo elicottero a due posti daistruzione, uno dei meno cari in commercio, sale insieme a lui unpilota di sicurezza, il 26enne Luca Nabacino.
Una precauzione quasiinutile, dal momento che Falqui Massidda è molto esperto; restacomunque un signore di 70 anni e volare, si sa, non è proprio cosapriva di pericoli: un po’ di prudenza non fa mai male. L’elicotteroparte in direzione della valle dei Mocheni e arrivato sopra Palù delFersina, il notaio alla «cloche» decide di dirigersi verso il rifugio«Sette Selle», dove c’è una piazzola di atterraggio. A quota 2014 illuogo per l’atterraggio è in vista e l’elicottero si abbassa, sembrache voglia atterrare, ma da qui in poi le versioni divergono. Quelloche è certo è che nel giro di pochi secondi, sotto gli occhi delgestore del rifugio, l’elicottero perde stabilità e cade rovinosamenteper 20 metri lungo una scarpata, fermandosi contro degli abeti.
Fortunache lì attorno non c’era nessuno. Subito il gestore del rifugio,Claudio Bertoldi, chiama il 118, mentre nell’abitacolo del mezzoprecipitato Falqui Massidda e Nabacino non pensano ad altro che aduscire: nessuno di loro ha perso coscienza e entrambi sonomiracolosamente illesi. Potrebbe esserci una perdita di carburante, non c’è tempo daperdere: è lo stesso notaio a spingere il copilota verso la portieraaiutandolo ad uscire.
L’elicottero si è rovesciato su un fianco e laportiera è in alto. I due riescono ad uscire con le loro forze, mentresul posto sono arrivati Bertoldi e un’escursionista che ha assistitoall’incidente. Insieme salgono fino al rifugio, dove Nabacino telefonaal 118 per bloccare i soccorsi. È scosso, mentre il notaio sembra piùtranquillo: rifiuta la grappa offerta dal gestore del rifugio mentrebeve volentieri un caffé. È senza occhiali: nell’urto ha perso unalente. A riportarli a valle ci pensa un altro elicottero dell’Italflyche arriva a prenderli al rifugio, mentre per recuperare la carcassadel piccolo elicottero ci vuole un altro mezzo, questa volta fattoarrivare da una azienda specializzata della val Gardena.
Va peggio aivigili del fuoco volontari di Palù del Fersina e ai carabinieri diSant’Orsola, che arrivano al rifugio a piedi, come ogni comune mortale,per fare i rilievi dell’incidente.