“Il pauroso deficit di bilancio con cui Alitalia ha chiuso il primo semestre 2006 ed il conseguente crollo del titolo in borsa, certificano in modo inequivocabile il definitivo fallimento del piano industriale e dei metodi gestionali di questa dirigenza-, dichiara in una nota il Com.te Alessandro Cenci, Coordinatore Nazionale della FIT CISL Piloti.
“Mentre tutti i grandi vettori europei continuano a conseguire ogni anno utili per centinaia di milioni, sfruttando proficuamente la ripresa del traffico aereo, – prosegue il sindacalista – la Compagnia di bandiera persevera nella sua politica rinunciataria, perdendo costantemente quote di mercato. Invece di investire nello sviluppo della flotta e del network, ricercando proficue alleanze sia in ambito domestico che internazionale, il management continua a svendere attività e si concentra unicamente sull’abbattimento del costo del lavoro. Tale azione indiscriminata incide però negativamente sui gangli vitali dell’azienda, generando un progressivo dissesto tecnico-organizzativo che produce ogni mese la cancellazione di centinaia di voli.-
“Appare del tutto pretestuoso – continua il Com.te A. Cenci – ricercare nell’aumento del prezzo del carburante o nella conflittualità sindacale le giustificazioni di un tale disastro. Le quotazioni del greggio costituiscono, infatti, una crescente voce di costo anche per gli altri vettori i quali continuano a produrre utili pur addebitando sui biglietti una “fuel surcharge- nettamente inferiore a quella applicata da Alitalia. L’impatto sui conti economici delle azioni di protesta appare, inoltre, assolutamente marginale se paragonato allo sperpero di risorse per decine di milioni in consulenze inutili o alla perdita della continuità territoriale con la Sardegna causata da evidenti inefficienze interne.-
“I piloti Alitalia hanno ormai raggiunto un livello di produttività senza eguali nel panorama europeo, ed hanno accettato sacrifici economici che li pongono ben al di sotto delle medie retributive dei competitors – prosegue il dirigente sindacale – e la situazione è sostanzialmente analoga anche per le altre categorie. Ricade esclusivamente sul management la responsabilità di non saper tradurre in utili questa produttività. Risultano quindi inaccettabili le richieste di ulteriori sacrifici per i piloti.-
“Il fattore lavoro ha fatto la sua parte – conclude il Com.te A. Cenci – rispettando integralmente gli accordi di Palazzo Chigi. Spetta adesso al Governo prendere rapidamente decisioni concrete per scongiurare l’inevitabile tracollo a cui la Compagnia appare condannata dall’attuale gestione. Non sono a rischio soltanto le decine di migliaia di posti di lavoro di Alitalia e dell’indotto, ma l’economia del Paese ed il diritto alla mobilità dei cittadini sarebbero duramente penalizzati se il comparto del Trasporto Aereo italiano, settore strategico per la nazione, venisse abbandonato ad una colonizzazione priva di regole.-