AMATO: DIROTTAMENTO SINGOLARE

ROMA – Il dirottamento di due giorni fa non aggrava i ”delicati problemi di sicurezza” legati alla prossima visita di Benedetto XVI in Turchia. Lo ha sottolineato il ministro dell’ Interno, Giuliano Amato, nell’informativa al Senato sulla vicenda del Boeing turco in volo da Tirana ad Istanbul dirottato a Brindisi…
NON AGGRAVATI PROBLEMI SICUREZZA VISITA PAPA IN TURCHIA – Il viaggio del pontefice in Turchia è stata subito una chiave di lettura del dirottamento. Ma il ministro ha gettato acqua sul fuoco. ”Tutti – ha rilevato Amato – abbiamo in mente la visita del Santo Padre tra qualche settimana in Turchia e in relazione a quella visita, che certo presenterà delicati problemi di sicurezza, è dificile vedere in questo episodio qualcosa che aggrava quei problemi di sicurezzà’.

DIROTTAMENTO SINGOLARE – Il ministro ha quindi ricostruito l’episodio, sottolineando la singolarità dell’autore, Hakan Ekinci, 30 anni, solo e per di più disarmato. Ma questo si è saputo solo all’apertura del portellone, prima le voci che si erano diffuse parlavano di più pirati dell’aria. ”Le autorità turche – ha spiegato il ministro – dicevano che forse i dirottatori erano 4 o 5 echeggiando notizie che venivano probabilmente dal pilota. è stato quindi particolarmente sorprendente quando si è mandato ad aprire il portellone, avendo capito che si poteva senza particolare rischio affrontare questa situazione, ed è sceso questo signore, preceduto dal comandante ed è emerso che non c’ era nessun altrò’.

DIROTTATORE HA MINACCIATO DI FARSI ESPLODERE – ”A quanto si capisce – ha proseguito Amato – questo personaggio ha approfittato di un momento, e ce ne sono tanti, anche all’inizio di un volo, in cui l’hostess ha aperto la porta della cabina e si è infilato dentro. Deve aver detto al pilota due cose: che lui stesso si sarebbe fatto esplodere se il pilota stesso non avesse eseguito i suoi ordini e che suoi complici nella cabina passeggeri avrebbero fatto esplodere l’aereo . Poi, ad un certo punto, è arrivata anche la voce, rapidamente smentita, che se il messaggio che lui aveva per il Papa non fosse stato adeguatamente trattato, suoi complici in un altro aereo avrebbero fatto saltare quest’ ultimò’.

ACCERTAMENTI SU 3 PASSEGGERI, POI RILASCIATI – Dopo che il dirottatore è stato preso in consegna dalle forze dell’ordine, ha proseguito il ministro, ”sull’aereo sono saliti i poliziotti, che hanno tenuto fermi i passeggeri ciascuno al suo posto verificandoli ad uno ad uno per cercare di capire se tra quelli che stavano seduti facendo la parte dei passeggeri poteva esserci qualcuno complice del dirottatore. I nostri – ha precisato – hanno dedicato particolare attenzione a tre giovani turchi sulla base di informazioni circolate in precedenza, ma neppure questi tre sono apparsi legati al dirottatore tanto è vero che sono tutti ripartiti stamani alle 6.30 con un volo diverso. Non c’ è stata ragione di trattenere nessun altro pur dopo accertamenti che sono durati fin quasi all’ora della partenzà’.

VOLEVA PORTARE MESSAGGIO AL PAPA – Il motivo del dirottamento, ha rilevato Amato, secondo quanto riferito dall’uomo, ”era quello di far giungere una sua missiva al Papa, ma non è stato trovato in possesso di alcuna missiva. Aveva però dato al comandante un promemoria in cui asseriva di dirottare l’aereo allo scopo di consegnare una lettera al Papa. è stato inoltre accertato che a sua firma, il 30 agosto scorso, in un blog era stata pubblicata una sua missiva in cui asseriva di essere discriminato per la sua appartenenza alla religione cristiana e chiedeva al pontefice un intervento in suo favore in quanto temeva che l’Albania lo restituisse alla Turchià’. Condotto negli uffici dela Digos ed interrogato dall’autorità giudiziaria, ”ha dichiarato di aver abbracciato la fede cristiana e di temere a causa di ciò per la sua incolumità in Turchia e di voler quindi richiedere l’asilo politicò’.

EKINCI CONOSCEVA PROCEDURE VOLO – Durante il dirottamento, secondo la testimonianza del pilota, il dirottatore avrebbe dimostrato di conoscere le procedure di volo ed il significato dei relativi codici, riferendo lui stesso al comandante di aver imparato tutto questo attraverso internet. ”Il comandante – ha spiegato Amato – precisa che in un primo momento aveva inserito il codice generico di allarme verso le torri di controllo e lui lo ha corretto e gli ha detto di inserire quello di dirottamento. Non so quanti di voi avrebbero saputo farlo – ha aggiunto – io no. Quindi una qualche ‘expertisè di questo se l’era procuratà’.

DIMOSTRATA EFFICIENZA SISTEMI SICUREZZA – l’episodio, secondo Amato, ”ha messo in evidenza forse la fragilità dell’aereo turco davanti ad un dirottamento, ma, al contrario, una buona efficienza del nostro sistema di prevenzione e sicurezza in caso di dirottamento. è infatti scattato efficacemente e prontamente – ha spiegato – il nostro piano sia in sede locale che nazionale. Tutti i pezzi del nostro puzzle di prevenzione e sicurezza sono andati a posto con soddisfacente efficacià’.

MINNITI: EKINCI MINACCIAVA FARSI ESPLODERE Hakan Ekinci ha minacciato di farsi esplodere quanto è riuscito ad entrare nella cabina di pilotaggio del Boeing delle linee aeree turche. Lo ha detto il viceministro dell’Interno Marco Minniti nell’informativa alla Camera sulla vicenda dell’aereo turco dirottato a Brindisi.

Per entrare nella cabina di pilotaggio, ha ricostruito Minniti, Ekinci ha approfittato del fatto che una delle hostess, subito dopo il decollo, ha aperto per un istante la porta della cabina. In quel momento il dirottatore si è alzato e, dopo aver vinto la resistenza della donna, ha minacciato i piloti di farsi esplodere se non avessero seguito le sue indicazioni. Fin dall’inizio inoltre, Ekinci ha detto che a bordo dell’aereo c’era un suo complice.
”In una situazione d’emergenza potenzialmente acuta, il sistema di sicurezza del nostro paese, a lungo rodato, ha reagito con tempestività ed efficienzà’ ha detto il viceministro. ”Sono in corso accertamenti per verificare eventuali complicità a Tirana o sull’aereo – ha spiegato -. In particolare l’attenzione si sta concentrando su tre passeggeri di nazionalità turca che secondo altri passeggeri avrebbero dato la sensazione di conoscere il dirottatorè’.

Hakan Ekinci ha precedenti penali per falso e renitenza alla leva. Il 7 maggio il dirottatore aveva chiesto asilo politico (poi rifiutato) all’Albania per paura di esser processato in Turchia. Le stesse cose Ekinci le ha ripetute ieri sera ai funzionari della Digos che lo hanno interrogato, ai quali il copilota del Boeing aveva consegnato poco prima una sorta di promemoria in cui il dirottatore sintetizzava le motivazioni del suo gesto e ribadiva la necessità di far arrivare il messaggio al Papa.

(Ansa)

2006-10-05