VITTIMA ITALIANA DEL 737 GOL

C’era anche Ivan Copat, segretario della Famiglia Trentina di Sant’Antonio, centro di Rio Grande do Sul, sull’aereo che lo scorso 29 settembre è caduto in Amazzonia.
Il velivolo, un Boeing 737 della compagnia brasiliana Gol, in volo da Manaus a Brasilia, si è scontrato con un piccolo jet della compagnia privata Legacy. Le 155 persone a bordo, 149 passeggeri e 6 componenti dell’equipaggio, sono tutte morte. «Siamo scossi. Per la gente trentina che vive nel Brasile del Sud, Ivan era un importante punto di riferimento. La sua scomparsa ci lascia senza parole» dichiara all’Adige Ineri Copat, presidente della Famiglia di Sant’Antonio e zio del ragazzo. Ivan Copat se ne va a soli 38 anni. Lascia una moglie, Juliana Baptista Copat, e due figli, Alex, 15 anni, e Caique, 12 anni. «Ivan – aggiunge Ineri Copat – lavorava per una nota società di trasporti. Per 20 giorni era dovuto andare al Nord. Era un funzionario bravo e, dunque, per questo motivo abbastanza richiesto. La famiglia lo aspettava con ansia a Porto Alegre. Lì non è mai arrivato». Lo zio traccia un ricordo del nipote: «Quando aveva un po’ di tempo si dedicava con tutto sé stesso alla Famiglia Trentina, associazione di cui era il responsabile delle attività sociali. Amava parecchio l’Italia e, soprattutto Trento, la zona cioè di cui era originario. Leggeva tanti libri e si documentava sulla zona da cui erano partiti i suoi discendenti». E aggiunge: «Quando arrivavano delle vostre delegazioni lui era uno di quelli che si impegnava di più nell’organizzazione degli incontri e delle feste. Era una persona con un’allegria contagiosa. Impossibile dimenticarlo». Moglie e figli stanno ancora aspettando il recupero del corpo di Ivan. Un’operazione che procede in modo estremamente lento. Una tragedia nella tragedia. L’ultima parola spetta a Ineri: «Ringrazio tanto chi ci sta vicino, anche dall’Italia e dal Trentino. Ivan avrebbe gradito tutto questo». (l’adige.it)

2006-10-08