Incontro chiarificatore di quasi due ore a Roma tra il ministro della Difesa e il sindaco di Vicenza
Al centro della discussione anche la politica italiana in rapporto agli Stati Uniti e le “ragioni di Stato- per dire sì all’ampliamento della base
Dal Molin, Parisi “convince- Hüllweck
Ma il governo chiede comunque un parere “complessivo- del consiglio comunale
di Gianmarco Mancassola da Il giornale di Vicenza Martedì 17 Ottobre 2006
Inviato a Roma Il ministro offre le garanzie e il sindaco accetta di mettere ai voti il progetto della nuova caserma americana all’aeroporto Dal Molin. È durato un’ora e tre quarti l’atteso vertice dal ministro della Difesa, Arturo Parisi, del sindaco Enrico Hüllweck; il primo esponente di spicco del governo Prodi e uno dei leader della Margherita, il secondo capo dell’amministrazione comunale di centro destra, forzista e berlusconiano doc. L’incontro ravvicinato del terzo tipo è iniziato a Palazzo Baracchini, con puntualità svizzera, alle 18 per finire prima del Tg della sera. E ha mantenuto le promesse della vigilia: sul sentiero del Dal Molin quello di ieri ha ottime chances per diventare una tappa decisiva. Lo conferma il sorriso del sindaco Hüllweck all’uscita dal faccia a faccia: «Ho avuto molte delle risposte che andavo cercando. Ora si può andare in Consiglio comunale per votare un ordine del giorno che comunque non potrà essere vincolante». L’orientamento del Governo Il punto di partenza dell’incontro è stata la domanda reiterata, da giugno ad oggi senza sosta, da Enrico Hüllweck: l’aeroporto “Dal Molin- rappresenta un insediamento di interesse nazionale? A quanto riferisce il capo di palazzo Trissino questa risposta, pur cucinata in gergo ministeriale, è arrivata. «Come recita il comunicato concordato – spiega il sindaco – il ministro Arturo Parisi ha detto che il progetto risponde allo spirito di amicizia fra Italia e Stati Uniti d’America, nonchè alla natura della preesistente presenza militare statunitense a Vicenza. Potrebbe sembrare un bizantinismo, in realtà sono parole che pesano come macigni. Ora s’incomincia a ragionare, perchè finalmente il problema s’inquadra ad un livello di dignità istituzionale superiore, non più come se fosse un desiderio dell’amminstrazione comunale. E ora si può finalmente parlare degli aspetti pratici di questa proposta». Voto di Vicenza Reso soddisfatto il sindaco, stabilendo che si tratta di una esigenza nazionale, bisognava accontentare anche il ministro che invoca un pronunciamento da parte del Comune. Il parere non potrà concretizzarsi in una delibera, perchè gli accordi tra governi non sono compenze di un ente locale, nè potrà contenere accenni urbanistici, dal momento che l’aeroporto “Dal Molin-, di proprietà demaniale, sfugge alle prescrizioni del piano regolatore. La presa di posizione della comunità locale riguarderà quindi l’impatto sociale, ambientale e viabilistico. «Il Governo però ha fretta, perchè gli Stati Uniti d’America hanno iniziato a sollecitare un pronunciamento» spiega Hüllweck, che aggiunge: «col ministro abbiamo parlato di un’ipotesi referendaria, che è apprezzata da entrambi, ma necessita di tempi troppo lunghi. Più rapido invece sarebbe il voto in Consiglio comunale». Avanti allora con il dibattito in sala Bernarda, forse già giovedì, ma non è escluso che si slitti alla settimana prossima, per la concomitanza della visita di papa Benedetto XVI in arrivo a Verona proprio giovedì. In aula verrà presentato un ordine del giorno probabilmente elaborato dalla maggioranza di centrodestra, e non direttamente dal sindaco, almeno nell’impianto generale. «Questa soluzione è la più gradita al Governo – precisa Hüllweck – in ogni caso non sarà vincolante perchè il Governo è consapevole di essere l’organismo deputato a concludere l’accordo con gli Stati Uniti. La prossima mossa è attesa allora dal pallottoliere di sala Bernarda, dove i colonnelli della Casa delle Libertà si dicono sicuri di avere in mano la maggioranza dei voti favorevoli al progetto, anche se risicati. La contropartita Da Parisi, Hüllweck ha anche ottenuto garanzie per le carenze infrastrutturali dell’area del “Dal Molin-: ogni opera, dalla viabilità ai sottoservizi, non sarà a carico del Comune. «In questo il ministro, che ha mostrato di comprendere le nostre esigenze, è stato molto chiaro, così come lo è stato nell’escludere che la pista possa essere utilizzata per operazioni militari», precisa Hüllweck, che a Parisi ha anche consegnato il progetto alternativo proposto dalla Provincia per trasferire il raddoppio della base in via Aldo Moro. «Ho caldeggiato la proposta della presidente Manuela Dal Lago, il ministro Parisi l’ha presa in considerazione per una riflessione anche se è apparso dubbioso della possibilità di percorrere questa strada. Ci siamo lasciati con la promessa di tenerci in contatto per future evoluzioni della vicenda».