Niente più sconti agli emigrati sardi e rotte aperte a chiunque accetti gli oneri di servizio, in qualsiasi momento. E Alitalia inizia a preparare gli aerei, con destinazione Cagliari. L’Unione europea riscrive la continuità territoriale per la Sardegna e impone una serie di obblighi a governo e Regione: prescrizioni che potrebbero innescare un lungo e costoso contenzioso giuridico tra le compagnie che attualmente gestiscono le rotte con le tariffe scontate tra gli scali sardi e la penisola. La decisione della Commissione europea, al termine dell’indagine avviata lo scorso mese di agosto, è contenuta in venti pagine fitte di indicazioni che il governo e la Regione dovranno ottemperare entro il primo agosto, per evitare una procedura d’infrazione.
L’UE. Le richieste del commissario dei Trasporti Jacques Barrot modificano profondamente l’attuale sistema, a iniziare dal fatto che qualunque compagnia potrà, se accetta gli oneri di servizio (gli obblighi imposti dalla continuità), coprire quelle rotte. Spetterà all’Enac stabilire in che modo, ma non potrà restare fuori.
PRIMA NOVITA’. Il primo punto su cui la Commissione europea insiste, dopo aver riconosciuto la necessità del regime di continuità territoriale per la Sardegna e definito necessarie le sedici rotte sulle quali vigono gli oneri di servizio, riguarda la possibilità di chiudere i collegamenti (tranne quelli assegnati con una gara pubblica) alle altre compagnie. In sostanza, sui collegamenti effettuati dai vettori senza compensazioni in denaro (e assegnati con una semplice accettazione degli oneri di servizio) non si può precludere l’arrivo di altre compagnie. E non ci può essere alcun termine per la presentazione delle richieste.
SISTEMA STRAVOLTO. Un principio che stravolge completamente l’attuale sistema: «Qualora uno o più vettori abbiano, tuttavia, iniziato operazioni entro il termine prescritto, uno Stato membro non può escludere da tale rotta altri vettori che intendano operare in un qualsiasi momento successivo alla data limite», scrive la Commissione, «l’accesso di nuovi vettori può tuttavia richiedere adeguamenti degli oneri di servizio imposti su ciascun vettore». Se a questo si unisce che l’obbligo di effettuare una rotta non può essere imposto per tre anni, ma per un periodo non superiore a uno, è chiaro che la Ue punta a una maggiore liberalizzazione.
ALITALIA RIENTRA. Tanto che, se domani l’Alitalia dovesse chiedere di rientrare sul Cagliari-Roma o sul Cagliari-Milano, sarebbe alquanto difficile fermarla, tenuto conto di quanto affermato dall’Unione europea. E sarà compito dell’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile decidere in che modo. Anche perché, specifica ancora la Ue, non si può limitare in qualche modo un’eventuale capacità aggiuntiva: ben vengano, anzi, i servizi aggiuntivi, che non possono essere limitati in alcun modo, sostiene la Commissione. Insomma, il rischio di un’eccessiva capacità di trasporto non viene considerato un pericolo. Il che farebbe prefigurare un possibile ritorno di Alitalia sui cieli sardi anche prima dell’estate, sostiene qualcuno, nonostante la Regione ritenga invece lontana questa ipotesi.
DIVISIONE ROTTE. L’impostazione della Regione viene ribaltata anche per quanto riguarda l’affidamento obbligatorio di pacchetti di rotte: i collegamenti tra Alghero e gli aeroporti di Roma e Milano, così come quelli tra Olbia e i due maggiori scali italiani, non possono essere affidati insieme perché, sostiene la Commissione, «il raggruppamento di talune rotte è indebitamente restrittivo».
EMIGRATI. Ed è bocciatura piena anche sul fronte delle tariffe scontate per i nati in Sardegna, cioè per gli emigrati. Una scelta che secondo la Ue è «discriminatoria», perché nonostante permetta di tenere un legame forte con l’isola da parte degli emigrati, è allo stesso tempo una previsione «sproporzionata e incompatibile con il regolamento europeo». Al limite, afferma l’Unione europea, «poiché taluni emigrati non dispongono dei mezzi necessari per pagare il prezzo di un volo annuale in Sardegna, sarebbe più adeguato e meno restrittivo offrire aiuti agli emigrati interessati». Se a tutto questo si aggiunge il fatto che anche i sistemi aeroportuali vengono praticamente smontati (a chi ottiene le rotte per Fiumicino non viene garantito il monopolio anche su Ciampino, ad esempio), grazie anche all’impegno di governo e Regione per modificare questa norma al più presto e permettere così il ritorno delle compagnie low cost, è chiaro che la continuità territoriale, una volta previsti questi cambiamenti, non sarà più la stessa. Anzi, sarà proprio un’altra continuità.
(www.unionesarda.it)