Un aereo della Forza multinazionale degli osservatori di pace, che controlla i confini tra Egitto e Israele, è precipitato oggi nella regione del Sinai, in Egitto, provocando la morte di nove persone, tra cui otto francesi. Lo hanno reso noto fonti della sicurezza. Le fonti hanno spiegato che l’aereo ha colpito un camion mentre tentava di effettuare un atterraggio di emergenza su una strada della zona del Sinai, e che ha cercato poi di riguadagnare quota prima di schiantarsi al suolo ed esplodere. “Ho sentito una forte esplosione e ho visto delle lingue di fuoco. Ho visto i rottami in una zona ampia. Non c’era nessuno vivo”, ha detto Abdel Qader Salman, un beduino della zona in cui è avvenuto l’incidente. Secondo le fonti l’incidente sarebbe occorso per un guasto meccanico, sebbene la scatola nera del velivolo non sia stata ancora recuperata.
Secondo quanto riferito da fonti dell’aviazione egiziana e della sicurezza, sono stati invece recuperati tra i rottami i corpi di cinque persone mentre sono in corso le ricerche di altre quattro persone che si dovevano trovare a bordo dell’aereo. A bordo del volo, un bireattore impegnato in una missione di addestramento e di orientamento, c’erano otto francesi, secondo quanto ha detto a Reuters il direttore generale della Forza multinazionale, Normand St. Pierre, che sta ancora verificando la presenza di una nona persona, di nazionalità diversa. In precedenza le forze di sicurezza egiziane infatti avevano detto che una nona persona, un soldato canadese, era a bordo del velivolo. Fonti della sicurezza dicono che l’aereo era diretto da El-Gorah, nel Sinai settentrionale, a Santa Caterina, nel sud, e che è precipitato vicino a al-Nakhel, nella zona centrale del Sinai. La Forza multinazionale di pace, con la presenza degli osservatori, è stata istituita per monitorare le condizioni di sicurezza stabilite dal trattato di pace del 1979 tra Egitto e Israele. Ne fanno parte contingenti di 11 paesi: Australia, Canada, Colombia, Fiji, Francia, Italia, Norvegia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Ungheria e Uruguay.
(REUTERS)