POCO TRAFFICO, TORTOLI’ ARBATAX A RISCHIO CHIUSURA?

L’anno scorso, tra arrivi e partenze, diecimila passeggeri in meno. Che hanno voluto dire profondo rosso. Tradotto in cifre: disavanzo da duecentoundicimila euro, che sa di ultima spiaggia. «Se quest’anno non torneremo almeno a quarantamila transiti, l’aeroporto di Tortolì dovrà chiudere i battenti». Il requiem è annunciato in parola e musica da Giorgio Ladu, presidente del consiglio d’amministrazione della Gearto, la società di gestione di uno scalo che ancora non sa se diventerà grande. Sessantacinque anni, carriera da big della politica ogliastrina, un passato da leader sardista, sindaco della sua città e assessore regionale alla Sanità, Ladu ora governa – dietro un compenso da ventimila euro l’anno – un approdo turistico che rischia di sparire. Colpa sua? «Colpa mia? Ma quando mai. I viaggiatori che arrivavano e ripartivano da Arbatax erano sempre fra i quaranta e i cinquantamila. Nel 2006 il traffico è stato inferiore alle aspettative. Le presenze registrate sono state non più di 33 mila. Abbiamo pagato la concorrenza dei trasporti via nave, che hanno goduto di una campagna promozionale forte e incisiva, fatta di posti auto venduti a un euro e altre agevolazioni».

 

Il sistema dei voli turistici non ha saputo rispondere con le stesse armi e la bandiera bianca, anziché sul pennone dei traghetti, rischia così di sventolare sulla torre di controllo dell’aeroporto. Fatti i conti del 2006, la strada è stata obbligata: ricapitalizzazione o, per comprendersi meglio, soldi freschi per ricostituire le finanze anemiche della Gearto. Il socio di maggioranza, Arbatax del gruppo Mazzella, in mano il 70,3 per cento del pacchetto azionario, ha già provveduto a versare nelle casse della società il ricostituente per il bilancio in sofferenza. Si aspetta il saldo dagli altri azionisti: Regione (10 per cento), Consorzio Ogliastra Turismo (10 per cento) e Consorzio industriale (9,7 per cento). Provincia Ogliastra e Comune di Tortolì negli intenti da consumarsi preferibilmente in campagna elettorale, avevano ripetutamente annunciato di voler entrare nella gestione dello scalo. Finora, sebbene la proprietà della struttura sia interamente in mano al Consorzio industriale, l’ingresso massiccio degli enti pubblici nella gestione è rimasta sogno in un cassetto. Il primo esperimento si è rivelato un mezzo disastro. Due anni fa la Provincia sperimentò e finanziò l’allestimento di un volo diretto Tortolì-Roma ma la compagnia che lo gestiva, Yes Air, prima ha tagliato la corda e poi è fallita, dopo una vertenza giudiziaria con la Gearto da una parte e la Provincia dall’altra.
«Adesso gli enti pubblici – sostiene Giorgio Ladu – debbono obbligatoriamente passare dalle parole ai fatti. Diventare azionisti di Gearto e mettere in campo tutti gli strumenti politici e finanziari perché l’aeroporto abbia un futuro. A luglio cominceranno i lavori di allungamento della pista che, con tre turni di lavoro, si conlcuderanno in 110 giorni». Ma tutto sarà inutile se all’Ogliastra seccherà fare in pubblico quello che riesce bene nel privato. Gli amministratori sono categorici: senza il sostegno degli enti pubblici l’aeroporto rischia la chiusura.

 

(Tratto da L’unione Sarda)

2007-05-21