ADR: OFFERTA MILIARDARIA DI GEMINA PER CONTROLLO TOTALE

Gemina cala un asso da 1,2 miliardi di euro a Macquarie per conquistare la quota australiana di Aeroporti di Roma. E l’accordo potrebbe essere solo una questione di ore, sempre che da Sidney il prezzo sia giudicato congruo. Potrebbe dunque risolversi a favore della holding un tempo feudo dei Romiti il lungo braccio di ferro che da mesi si trascina sulla gestione degli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. All’origine il mancato accordo sul piano industriale della holding aeroportuale, che aveva scatenato lo scontro tra i due principali azionisti della società – Gemina ha il 51%, gli australiani il 45% -, divisi sugli investimenti necessari per lo sviluppo degli scali romani di fronte alla crisi di Alitalia.

Nel frattempo, nonostante la nomina di un mediatore (peraltro mai entrato in azione), è continuata a muoversi la diplomazia e per Gemina venerdì scorso erano stati incaricati di condurre le trattative il presidente, Guido Angiolini, e Paolo Nicoletti, numero uno di Leonardo, la finanziaria che materialmente controlla il 51% di Adr in capo a Gemina. Gli stessi manager che due sere fa hanno presentato un’offerta informale agli australiani poco inferiore agli 1,2 miliardi di euro. Un’offerta considerata ovviamente congrua dai grandi soci di Gemina – tra cui si annoverano Generali, Mediobanca, Capitalia, la Premafin dei Ligresti, i Benetton attraverso Sintonia e il fondo di private equity di Claudio Sposito, Clessidra, oltre ai costruttori Toti, gli stessi Romiti – visto che equivale a due volte e mezzo i 480 milioni che nel 2003 Macquarie aveva sborsato per entrare nella società aeroportuale romana.
L’attesa, ora, si concentra su quale potrà essere la risposta dall’Australia, dove i calcoli di queste ore sono relativi al mancato guadagno derivante dalla futura gestione degli scali. Macquarie potrebbe porre delle condizioni al suo sì, oppure rifiutare formulando nel contempo una controfferta. Negli ambienti finanziari prevale ottimismo anche se c’è chi fa notare come in questa fase potrebbe pesare un asse tra i Romiti – recentemente defenestrati dalla plancia di comando della holding – e gli australiani. La stretta finale è attesa per il fine settimana quando i giochi si potrebbero chiudere a favore di Gemina. A quel punto, la palla passerebbe al patto di sindacato e al consiglio di amministrazione della holding milanese che dovrebbero mettere in campo le modalità di finanziamento dell’operazione. Difficile che tutto passi attraverso un ulteriore indebitamento, assai probabile invece il ricorso a una ricapitalizzazione cui i Romiti, comunque, non parteciperebbero. Sul punto ieri il presidente Angiolini ha fatto visita a Mediobanca, advisor, accanto a Capitalia, per la partita. Il passo successivo sarebbe quello di una riduzione della catena di controllo di Adr, che oggi avviene attraverso Leonardo. Nel frattempo i Romiti potrebbero decidere l’uscita dal capitale. Sempre in tema aeroportuale, ieri la Finint, finanziaria fondata da Enrico Marchi, è salita al 38,978% del capitale di Save, la società che gestisce l’aeroporto di Venezia. Di conseguenza, attraverso Sviluppo 78 Srl, ha lanciato un’Opa obbligatoria sulla società. Il prezzo è di 24,55 euro per azione, quello medio registrato in Borsa negli ultimi 12 mesi.

(www.lastampa.it)

2007-06-14