Sono iniziate con le prime luce dell’alba e si sono concluse poco fa con un ricco bottino le operazioni di cattura delle lepri. La curiosa battuta di caccia non si è svolta in un bosco, ma nell’area dello scalo milanese dell’aeroporto di Linate. Sono 208 i volontari tra cacciatori, guardie ecologiche e aderenti ad associazioni faunistiche gestite dall’assessorato Caccia Pesca della Provincia di Milano, ‘armati’ di giubbotti catarifrangenti che si sono schierati lungo la pista dell’aeroporto completamente chiuso fino alle otto. Gli uomini, formando una sorta di catena umana, hanno richiamato gli animali con fischi, suoni ed urla. Le lepri – catturate almeno 57 e una sola è scappata – sono state indotte dai battitori a dirigersi verso le reti, dove la loro corsa trova fine in contenitori rigorosamente in legno, materiale scelto proprio per non farle soffrire. I quattro chilometri di rete, collegata attorno alle aree limitrofe al piazzale aeromobili e alla pista, erano state collocate in modo da dividere la pista di Linate in sei settori. Alle otto, la riapertura dell’aeroporto, ma la battuta è proseguita nell’area riservata all’aviazione privata.
L’operazione è stata programmata dalla Provincia di Milano a fronte di un notevole e straordinario incremento delle lepri: secondo i dati della Provincia di Milano, nell’ultimo sopralluogo sono stati contati 65 animali e quindi si stima che la popolazione complessiva raggiunga le 80 unità.
Finora, sulla base dei dati forniti dalla Provincia di Milano, sono stati catturati oltre cinquanta esemplari, tutti rigorosamente “riposti in maniera non cruenta” in gabbie di legno e sottoposti a controllo veterinario. Gli animali, come sottolineato da Alberto Grancini, assessore provinciale alla Sicurezza, “saranno poi trasferiti in oasi di protezione gestite dalla Provincia in cui la caccia è bandita”.
“La campagna straordinaria di cattura delle lepri – ha spiegato il comandante Marco Alberti, direttore delle operazioni Sea – si è resa necessaria per l’incremento notevole degli animali nel sedime aeroportuale. Una situazione che rischiava di degenerare perchè le lepri, oltre al pericolo di essere investite dai velivoli, attivavano, con il loro frequente passaggio, i radar di terra, creando falsi allarmismi in torre di controllo”
(www.repubblica.it)