BOLOGNA, LA PRESIDENZA DELL’AEROPORTO INTERVIENE SULLA VICENDA FACCHINAGGIO

A fronte della recente ridda di notizie e nell’intento di ripristinare un quadro informativo appropriato, la società Aeroporto ‘G. Marconi’ di Bologna precisa quanto segue.
Per quanto attiene alla questione dei tesserini di identità, si sottolinea come i fatti riportati – presunti scambi – non si possono riferire in alcun modo al presente, poiché la cosiddetta ‘carta di identità aeroportuale’ risulta essere nominale e provvista di fotografia, in base all’ordinanza Enac 21/2003/BO in vigore presso il nostro scalo dal 18/12/2003. Si ricorda inoltre che le richieste di ‘carte di identità aeroportuali’, sia permanenti che temporanee, sono rilasciate solo se corredate da attestato di frequenza ai corsi di formazione in materia di sicurezza tenuti da istruttori Enac. Dunque: tesserini nominali e sprovvisti di foto non esistono e non sono mai esistiti presso il nostro scalo.

Quanto poi ai presunti atti di “vandalismo e di sabotaggio”, Sab, ricordato ancora una volta come sia stata essa stessa ad attivare le indagini presentando un esposto al comando di Polizia aeroportuale, intende ribadire l’attenzione prioritaria che ha sempre riposto – in oltre 40 anni di gestione dello scalo sia pur sotto differenti regimi concessori – nella sicurezza operativa, oltre ad invitare tutte le parti a diverso titolo dichiaranti ad abbassare i toni, al fine di evitare il diffondersi di un allarmismo ad oggi ingiustificato.
Tutti gli eventi degni di un qualche rilievo, infatti, sono sempre stati puntualmente segnalati ad Enac ed agli handlers di riferimento. Tali eventi – eccezion fatta per ciò che dovesse eventualmente emergere dagli accertamenti in corso a cura degli organi competenti – sono per sommi capi riconducibili ad episodi di imprudenza nella movimentazione dei carrelli bagagli e a problemi di efficienza di qualche attrezzatura. Stupisce e preoccupa che chi ha la responsabilità di Enac in sede locale abbia aprioristicamente sentenziato che si tratti di episodi “difficilmente etichettabili tra gli eventi colposi”. Non essendo ancora emersi allo stato attuale dalle indagini elementi probanti in tal senso, il castello accusatorio divulgato attraverso la stampa dalla Direzione Aeroportuale Enac parrebbe non avere altra consistenza se non quella di aver ufficializzato un “gossip”.
Anche la questione del perimetro delle differenti competenze tra Enti ed operatori del sedime trova appropriata collocazione nell’alveo del “Regolamento di Scalo”.  La legge 265/04 all’art. 2, come modificato dal D. Lgs n.96/05, stabilisce infatti l’obbligo di adottare un Regolamento di Scalo per ogni aeroporto. Enac, a livello nazionale, ha emanato la Circolare APT-19 da cui si cita stralciando, al paragrafo 2: “Il Regolamento è predisposto dal Gestore. (…omissis) Gli operatori dovranno garantire l’esercizio delle loro attività secondo le previsioni del Regolamento. Essi sono, pertanto, responsabili delle azioni ed omissioni sulle attività di loro competenza. (…omissis) lo stesso legislatore ha inteso rendere il documento cogente rispetto alla comunità aeroportuale, tramite l’adozione da parte di Enac stesso.” Al paragrafo 4 si legge poi: “La Direzione Aeroportuale, ricevuta la proposta di regolamento predisposta dal Gestore (omissis), dopo un esame di merito, adotterà il Regolamento.”  Se dunque questa è la lettera della circolare, la realtà dei fatti è purtroppo che il Regolamento predisposto dal gestore, cioè da Sab, giace ormai da molti mesi sul tavolo della Direzione Aeroportuale Enac in attesa di approvazione.
Altra questione di grande rilevanza è legata alla variopinta congerie di espressioni associate al concetto di appalto; sono stati usati, per lo più dal sindacato, termini quali “giri di appalti”, “catene di appalti e subappalti”: termini di sicuro evocativi, ma del tutto impropri. Per rimettere ordine, si deve partire dall’avere chiaro che la filiera di produzione del servizio aeroportuale, dopo la liberalizzazione del 1999, è divenuta molto più articolata che in precedenza; in altri termini oggi – a differenza del passato quando tutto era fatto in regime di monopolio – le attività di prestazione dei servizi di assistenza a terra sono svolte per legge da una pluralità di prestatori. Nell’ambito del sito aeroportuale, altre a Sab –  che è concessionaria dello scalo aeroportuale in regime di gestione totale – sono attivi operatori di servizi di handling (Marconi Handling e Bas), i quali offrono servizi ai vettori ed ai passeggeri in virtù di un’autonoma legittimazione ad operare, ex art. 13 D.Lgs 18/99. E’ pacifico che tali società sono persone giuridiche differenti, esercitano attività istituzionali differenti ed operano in ambiti normativi differenti: Sab opera in un regime di tipo misto, mentre i due handlers operano in regime privatistico, poiché pongono in essere attività economiche di carattere commerciale.
La tormentata questione della cd “catena” di appalti è mal posta, innanzitutto perché non ci si trova in presenza di un unico ente che funge da stazione appaltante, ma a tre differenti aziende che nelle loro autonomie negoziali hanno sottoscritto contratti autonomi con lo stesso consorzio, la Doro Group. Per inciso va anche ricordato che la scelta di un unico consorzio e, conseguentemente il passaggio dei lavoratori dalla cooperativa precedente alla Doro Group era stata a suo tempo appoggiata dalle organizzazioni sindacali, tanto è vero che ci sono accordi sottoscritti e ratificati in tal senso da quelle stesse organizzazioni che oggi se ne lamentano.
E’ poi del tutto pacifico che un consorzio operi attraverso una delle cooperative consorziate, ossia che il contratto di appalto stipulato tra gli handlers e la Doro Group, trovi esecuzione attraverso una delle cooperative del consorzio medesimo. Il consorzio Doro Group è in possesso di autorizzazione ad operare nel sedime aeroportuale rilasciata dalla Direzione Aeroportuale Enac, ed a tal fine poco influente pare se l’abbia ottenuta con l’attuale dirigente o con chi lo ha preceduto. Più rilevante pare essere il fatto che in tempi recenti la stessa Enac nazionale ha emanato un Regolamento dal titolo “ Certificato di prestatore di servizi aeroportuali di assistenza a terra” nel quale, all’art. 5, si legge appunto che “l’impresa è esercitata sotto forma di società o di consorzio”.  Lo stesso Regolamento, all’art. 8, elenca quei servizi per i quali è ammesso il subappalto; sono elencati tra gli altri: “solo il caricamento e lo scaricamento dell’aeromobile (…omissis) nonché il trasporto dei bagagli, posta e merci tra l’aeromobile e l’aerostazione; solo pulizia interna dell’aereo (omissis…). A questo punto, cade anche la strumentale argomentazione circa la non legittimità del subappalto delle attività che il consorzio Doro Group ha affidato alla propria cooperativa.
Da ultimo si pone la questione della regolarità contributiva. A tale riguardo, l’Aeroporto di Bologna tiene a sottolineare che Doro Group, in quanto titolare del contratto di appalto per la movimentazione bagagli, nel momento in cui indica come materiale esecutrice dei servizi in appalto una propria consorziata, è tenuto a garantire – sotto la sua responsabilità – di affidare lo svolgimento dei servizi in parola ad imprese aventi i requisiti morali, economico-finanziari e tecnico-organizzativi necessari a garantire il rispetto degli obblighi contrattuali. Vale a dire che gli obblighi e le responsabilità previsti dal contratto a carico di Doro Group devono intendersi legittimamente estesi alle imprese consorziate alle quali viene affidato lo svolgimento dei servizi.
In merito alla presunta irregolarità contributiva in capo alla cooperativa esecutrice, Sab ha richiesto alla Doro Group la presentazione di documentazione comprovante la regolarità contributiva rilasciata da Inps ed Inail, entro un termine ultimativo. Anche gli handlers hanno inoltrato separatamente analoga richiesta.
Se gli accertamenti attivati presso i vari Enti non daranno le necessarie garanzie, si assumeranno le conseguenti risoluzioni in merito ai rapporti contrattuali in essere. In tutti i casi, la Sab si riserva di adottare le più opportune iniziative a tutela dei corretti comportamenti e della propria immagine.

 

(COMUNICATO STAMPA AEROPORTO DI BOLOGNA)

 

2007-06-25