Un sistema di smistamento vecchio, insufficienza di organici e scarsa organizzazione. Sono queste le cause del caos-bagagli a Fiumicino e non hanno un colpevole diretto, visto che le responsabilità sono spalmate su vari attori del servizio e, peraltro, “é noioso dover cercare per forza un colpevole” ha detto il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. Ma i sindacati puntano il dito senza esitare contro l’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac) e Aeroporti di Roma (Adr). Dagli interventi urgenti Bianchi dice che “non ci possiamo aspettare miracoli” ma possono “evitare di ripetere situazioni di criticità” con l’accumulo dei bagagli da smaltire a quelli in arrivo, soprattutto nei prossimi due fine settimana.
Sul banco degli imputati è stata messa Adr, sollecitata dal 2004 a fare investimenti, “sospesi – ha spiegato Bianchi – per divergenze nell’assetto azionario, ora superate” (Leonardo, controllata di Gemina, detiene il 95,76% del capitale dopo aver rilevato nel luglio scorso il 44,68% dal gruppo australiano Macquarie). Il Bhs, costato 80 miliardi undici anni fa, che tre settimane si è rotto provocando il caos, è ormai considerato obsoleto e sarà via via affiancato da altre macchine. Intanto, Adr ha previsto 60 milioni per investimenti urgenti mentre a settembre presenterà un complesso piano di investimenti. Ma il caos è stato provocato anche dal mancato adeguamento di organici da parte delle società di handling (a Fiumicino operano Alitalia Airport, Eas, FlightCare e Aviapartner) ha spiegato il presidente dell’Enac, Vito Riggio, che hanno disatteso le indicazioni fornite nelle riunioni settimanali avviate dal comitato aeroportuale a settembre scorso. Aviapartner è stata così diffidata e ha 30 giorni per mettersi in regola pur continuando ad operare. Altre sanzioni oltre la revoca della concessione non ci sono e bisogna attendere il varo del contratto di programma entro l’anno e norme contenute nel disegno di legge sul trasporto aereo che è in gestazione. In sostanza, la concessione dovrà avere carattere contrattuale anche con la previsione di sanzioni. Quindi, se si dovessero ripetere i disagi non potrà essere individuato quel responsabile a cui farla pagare, come promesso dal direttore generale dell’Enac Silvano Manera. Sono Enac e Adr secondo i sindacati a dover pagare. “Le responsabilità dell’Enac sono evidenti – ha affermato il segretario nazionale della Filt Cgil Mauro Rossi – le infrastrutture sono obsolete, non si investe nella manutenzione ordinaria e il risultato sono i disservizi che pagano i passeggeri”. Rossi si è chiesto se non sia “il caso di avere delle novità rispetto alle dirigenze di questi enti che dovrebbero essere regolatori e controllori” chiedendo così la testa dei vertici di Enac e Adr. Anche per il segretario dell’Ugl Trasporti Roberto Panella, Adr “non è stata interessata a gestire con efficienza” il servizio di handling e l’Enac “ha chiuso gli occhi per troppo tempo, non pensando a vigilare come doveva” mentre “si sveglia solo ora con affermazioni facili delle quali dovrà rispondere di fronte alla magistratura, dove il sindacato è intenzionato a portarlo per tutelare fino in fondo i lavoratori”. Per Walter Mancini del Sindacato dei Lavoratori, l’Enac “ha autorizzato con una delibera dello scorso anno la proliferazione dei subappalti nelle aziende di handling, che svolgono assistenza a terra” con la conseguenza di “un libero mercato senza regole e la mancanza di un piano nazionale del trasporto aereo e degli aeroporti”.
(ANSA)