La procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per le nove persone indagate per il disastro dell’Atr 72 della compagnia tunisina ‘Tuninter’ che il 6 agosto di due anni fa ammarò a 12 miglia dalla costa di Palermo. Nell’incidente morirono 16 persone; 23 si salvarono riportando lesioni e ferite. I pm Marzia Sabella ed Emanuele Ravaglioli hanno chiesto il rinvio a giudizio per il pilota e il copilota dell’aereo, Chefik Gharbi, e Alì Kebair, per il direttore generale della Tuninter, Moncef Zouari, per il direttore tecnico Ben Abdelaziz Zouehir Chetouane, per il responsabile del reparto di manutenzione Zouehir Siala, per i capisquadra del reparto Foued Rouissi e Ben Jemia Lotfi, per il responsabile della squadra di manutenzione numero 1 Adel Ben Mohamed Bel Haj Rhouma e per il meccanico Nebil Ben Alì Chahed. I reati ipotizzati sono quelli di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime.
Nella richiesta di rinvio a giudizio, i magistrati ricostruiscono la dinamica dell’incidente e ipotizzano che il disastro fu causato da una serie di errori umani. I motori del velivolo, partito da Bari e diretto a Djerba, si fermarono perchè erano a secco e nessuno se ne accorse perché sull’aereo erano stati montati indicatori di carburante di un altro modello di Atr, il 42. Il pezzo venne montato a Tunisi: da qui la presunta responsabilità dei tecnici della compagnia che si occuparono della sostituzione.
Ma per i pm nel disastro aereo ebbero un ruolo anche il pilota e il copilota. I due, che fecero scalo a Bari e nel capoluogo pugliese, effettuarono un rabbocco di carburante, si sarebbero dovuti accorgere, dai consumi rilevati nel tragitto da Tunisi alla Puglia, che c’era qualcosa che non andava. Inoltre, secondo i pm, dopo lo spegnimento dei motori, seguito all’esaurimento della benzina, pilota e copilota non avrebbero rispettato le procedure d’emergenza, nè avvertito il personale delle misure da adottare. Infine, da quanto accertato dai simulatori di volo, l’ammaraggio si sarebbe potuto evitare in quanto l’Atr sarebbe potuto atterrare all’aeroporto di Palermo sfruttando le correnti.
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