A quanto apprende l’ADNKRONOS, la cordata rappresentata da Antonio Baldassare diffida il cda di Alitalia a dare esecuzione alla decisione di non proseguire nell’approfondimento dei rapporti con la cordata e si impegna a fornire ogni elemento richiesto entro il 15 novembre. E’ quanto si legge nell’atto di diffida, inviato all’Alitalia e per conoscenza al ministro dell’Economia, al presidente dell’Antitrust e a quello della Consob, dall’avvocato Tommaso Scozzafava per conto della cordata.
Citando la comunicazione con cui ieri il presidente della compagnia Maurizio Prato ha reso nota la decisione del board, nell’atto si sottolinea come questa scelta sia “palesemente illegittima”, osservando che “la procedura per la dismissione della partecipazione di proprietà del ministero dell’Economia è stata modellata e si svolge deliberatamente secondo procedure del tutto informali”. Per altro, si fa notare come i rapporti tra la cordata e l’advisor Citi siano stati “molto intensi e improntati a un clima di collaborazione e lealtà, come testimoniano gli incontri e la corrispondenza intercorsa fra le parti”. Detto questo, la cordata ritiene la decisione” a dir poco arbitraria e, dunque, lesiva dei più elementari interessi pubblici, oltre che di diritti fondamentali”. Arbitrarietà che “risulta con evidenza clamorosa dalla stessa lettera inviata dall’Alitalia, visto che in essa si dice che i tempi per la collocazione del pacchetto azionario in mano pubblica sono ‘ristrettissimi e prossimi alla scadenza'”. Perché “i tempi se sono prossimi alla scadenza non possono essere considerati scaduti” e il termine indicato dalla cordata di una settimana “non può che essere considerato ristrettissimo vista la rilevanza dell’operazione”. Pertanto, “è assolutamente illegittima” la decisione assunta, visto che lo slittamento di una settimana “è funzionale all’aggregazione di nuovo soggetti economici, in grado di dare maggiori garanzie di un sicuro sviluppo e rilancio della compagnia”. Intanto, il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi oggi rilancia l’imperativo di vendere la compagnia entro la fine dell’anno per scongiurare il rischio del fallimento. “Siamo agli sgoccioli -dice il ministro nel corso della conferenza stampa seguita all’illustrazione delle linee guida del nuovo piano generale della mobilità- se non riuscissimo a vendere in maniera accettabile nei prossimi mesi, il rischio serio è quello del fallimento della compagnia”. E, facendo riferimento a un incontro recentemente avuto con Prato, “insisteremo fortemente -assicura Bianchi- per chiudere entro l’anno”.
(ADNKRONOS)