“2008, L’ANNO DELLA RIFORMA DEL TRASPORTO AEREO”

Gerardo Pelosi, direttore generale per la Navigazione Aerea del Ministero dei Trasporti, tra poco il nome della sua direzione verrà cambiato.

Sì, ci chiameremo Direzione Generale per il Trasporto Aereo. Ma continueremo ad essere la struttura che, per questo settore, supporta il Ministro nelle sue decisioni e nelle sue prerogative di indirizzo e vigilanza sugli enti controllati che sono l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), l’Enav S.p.A.(Ente nazionale assistenza al volo) e l’Aeroclub d’Italia che si occupa dell’aviazione generale sotto gli aspetti didattici, sportivi, turistico-promozionali e culturali.

Quali sono le funzioni della sua direzione?

Il rilascio delle concessioni per la gestione aeroportuale, la predisposizione dei contratti di programma e di servizio con gli enti vigilati, la politica tariffaria dei servizi aeroportuali; la valutazione dei piani di investimento nel settore aeroportuale; l’esame e l’approvazione dei contratti di programma tra l’ENAC e le società che gestiscono gli scali. Inoltre, per garantire il diritto alla mobilità di tutti cittadini, anche di quelli che abitano in zone periferiche, la direzione generale assicura i collegamenti tra le isole (anche le più piccole) e la penisola. Altre funzioni riguardano la predisposizione di analisi di mercato del trasporto aereo ed il recepimento delle direttive comunitarie.

Tra queste quali sono quelle più importanti?

Hanno tutte eguale dignità ed importanza, ma le funzioni più delicate sono sicuramente quelle che riguardano le concessioni e la politica sulle tariffe aeroportuali. In questi due casi le decisioni sono determinate direttamente dal ministro.

Sull’operato dei gestori aeroportuali spesso nascono polemiche per i disservizi sofferti dai viaggiatori: bagagli smarriti, disagi, eccessive lentezze nelle operazioni a terra. Talvolta si invocano sanzioni per chi sbaglia, che però non arrivano mai.

E’ vero, finora non è stato possibile avere una legislazione nazionale più stringente dal punto di vista delle sanzioni, nonostante l’intervento di questo ministero durante i lavori per la revisione del Codice della navigazione. E’ naturale che quando si propongono regole più severe ci siano delle resistenze. Ma non bisogna per questo rinunciare a trovare un sistema che garantisca di più i viaggiatori. Tant’è che ora, con la gestione del ministro Bianchi, abbiamo previsto, all’interno delle nuove convenzioni con le società di gestione aeroportuale, una scala di sanzioni in caso di mancato rispetto degli accordi contrattuali.

Com’è stata accolta questa novità?

E’ stata accettata da chi aveva chiesto il rilascio di una concessione di gestione e avversata da chi, invece, risultava già gestore.

Chi sono questi gestori?

Quelli che, sulla base delle convenzioni sottoscritte a suo tempo, risultavano già titolari di concessioni rilasciate per la gestione degli aeroporti pugliesi, di Venezia, Napoli e Firenze.
Questi gestori non hanno ritenuto di dover sottoscrivere un atto aggiuntivo relativo alle sanzioni, secondo cui avrebbero dovuto accettare un obbligo successivo alla sottoscrizione dei precedenti accordi e non previsto da una legge nazionale.

Qual è la sanzione più grave che si può applicare?

La revoca o la decadenza della concessione. Ma si tratta davvero di eventualità estreme. Ecco perchè è stato previsto un sistema di sanzioni graduali, a seconda della gravità delle infrazioni.

Nel corso del 2007 quali sono stati i provvedimenti più importanti?

Senz’altro il disegno di legge approvato dal Governo per la riforma dell’intero sistema del trasporto aereo nato per impulso del ministro Bianchi. Un altro provvedimento fondamentale direi che è la delibera Cipe sulla regolazione tariffaria dei servizi aeroportuali.

Esaminiamo il primo punto.

L’atto di indirizzo sul trasporto aereo si è tradotto subito in un disegno di legge che delega il governo, e dunque il ministero dei Trasporti, a riformare l’intero settore.  I principi di fondo sono la centralità del passeggero e la qualità dei servizi di mobilità su cui ogni cittadino deve poter contare. Viene recuperato un ruolo più attivo di controllo e indirizzo da parte del Governo e, nel nuovo sistema, ogni operatore è chiamato a responsabilità più definite. Il trasporto aereo ormai è un settore liberalizzato all’interno del quale debbono convivere una fortissima concorrenza e regole precise dettate dall’Unione Europea.

La delibera sulla regolazione tariffaria dei servizi aeroportuali invece cosa prevede?

Uno dei problemi più delicati degli aeroporti riguarda gli investimenti necessari per offrire strutture e servizi adeguati al passeggero. Naturalmente si tratta di investimenti onerosi ed è dunque giusto che le società di gestione rientrino del capitale investito applicando tariffe giuste e trasparenti, legate ai costi effettivi e determinate tenendo conto anche di altre rendite che il gestore ha in ragione della sua posizione di monopolio. E’ proprio dalle tariffe che devono nascere il giusto profitto per i gestori e le risorse per migliorare sempre di più le infrastrutture. Privatizzare gli aeroporti non significa però abbandonarli alle logiche del mercato: ogni aeroporto, pur dotandosi di strutture puramente commerciali (bar, negozi, ristoranti), non deve veder snaturata la sua essenza che è quella di una struttura al servizio della navigazione aerea e del passeggero.

Altri obiettivi raggiunti nel 2007?

Importanti passi sono stati quelli volti a garantire al cittadino l’effettivo godimento del suo diritto alla mobilità. La continuità territoriale tutela coloro che abitano nelle isole o in zone periferiche. I collegamenti tra la Sicilia e la Sardegna e gli aeroporti della Penisola, o quelli con le isole minori sono garantiti imponendo gli oneri di servizio pubblico. La mia direzione effettua un costante monitoraggio del traffico passeggeri per verificare l’effettiva rispondenza dell’imposizione alle esigenze dell’utenza.

La direzione si occupa anche di finanziamenti?

Sì, siamo stati molto presenti anche sul fronte del finanziamento di opere infrastrutturali. L’elenco è consistente: il molo C di Fiumicino (di cui siamo stati cofinanziatori), il prolungamento della pista dell’aeroporto di Bologna, i lavori sull’aeroporto di Torino per i Giochi olimpici invernali e di Pescara per i Giochi del Mediterraneo.
Su fronti diversi, quelli della sicurezza, della tutela dell’ambiente e delle gestioni aeroportuali, sono state poste in essere importanti iniziative sfociate, rispettivamente, nella direttiva ministeriale all’ENAC sulla sicurezza dei voli, nella direttiva sull’operatività dello scalo di Ciampino ed ancora nell’atto di indirizzo che snellisce le procedure per l’affidamento in concessione degli aeroporti con traffico fino a 250.000 passeggeri annui.

Qual è il progetto che vi sta più a cuore per il futuro?

Direi senz’altro che il compito più impegnativo sarà la predisposizione del Piano nazionale degli aeroporti. Per il momento stiamo raccogliendo i dati che ci arrivano da tutti gli aeroporti italiani. Un lavoro titanico, che parte dalla descrizione minuziosa di ciascun aeroporto per consentire una valutazione corretta dell’intero sistema nazionale. Alla fine del lavoro dovremo avere una radiografia precisa del sistema, che consentirà una più razionale ed efficace organizzazione secondo le diverse caratteristiche e vocazioni degli scali, le diverse dimensioni di traffico e potenzialità di sviluppo. Lo scopo è far sì che il sistema funzioni in armonia e senza inutili rivalità, in una visione equilibrata.

Vogliamo dare ulteriore impulso al rilascio delle concessioni per la gestione totale aeroportuale. Oggi una concessione dura fino a 40 anni e ci sembra troppo. E’ giusto che un gestore aeroportuale possa contare su un arco di tempo sufficiente a vedere i ritorni dei suoi investimenti, ma una concessione non deve diventare una sorta di monopolio.

Quali sono gli obiettivi da raggiungere nel 2008?

Per fronteggiare i problemi di traffico causati dai lavori sulla Salerno-Reggio Calabria, cureremo i collegamenti sulle rotte da e per l’aeroporto di Reggio Calabria e della Sicilia. per ridurre al minimo i disagi dei passeggeri e accelerare la circolazione delle merci

In materia di sicurezza aerea, aumenteremo l’attività di vigilanza sul rispetto della normativa di settore da parte degli enti vigilati e sulle relative certificazioni.

Seguiremo infine con attenzione la gestione dei contratti di programma che l’Enac, secondo quanto disposto dalla direttiva Cipe e dalle linee guida in corso di approvazione da parte del ministro, concluderà con i gestori aeroportuali. Insomma, il lavoro non ci manca.

(Rosaria Talarico, trasporti.gov.it)


2008-01-24