Siamo pronti a presentare in tempi brevi una proposta vincolante con un gruppo di imprenditori italiani: non solo del Nord, ma di tutta Italia. E’ la posizione di Air One, come si legge in una nota, sulla questione Alitalia, in cui si afferma “stiamo lavorando in questi giorni per evitare la sciagurata perdita di due leve strategiche del Paese: la Compagnia di bandiera e lo scalo di Malpensa”. Si tratta due due nodi fondamentali “per lo sviluppo e la crescita della nostra economia e del nostro turismo: e questo non perche’ una soluzione italiana sia necessariamente migliore – precisa la nota Air One – di una straniera, ma perche’ la nostra soluzione e’ l’unica che tutela gli interessi reali di Alitalia, dei suoi lavoratori, dei suoi azionisti, del Paese e di Malpensa”.
Air One sta lavorando “ininterrottamente affinche’ – avverte la nota – possa avvenire in Italia quanto e’ avvenuto per Iberia quando un gruppo di imprenditori spagnoli ha evitato che finisse in mani straniere: non abbiamo alcun interesse, come paventato da alcuni, a danneggiare Alitalia in nessun modo, piuttosto vogliamo che sia preservata, ristrutturata e rilanciata”. Il ritiro di AP Holding, lo scorso 17 luglio, dalla Procedura di privatizzazione “fu una scelta obbligata – continua la nota di Air One – Innanzitutto, nella fase di due diligence, non furono rese disponibili tutte le informazioni sostanziali riguardanti AZ Servizi, ovvero relative a circa il 50% del Gruppo Alitalia che complessivamente impiega oltre 8.000 persone”.
Inoltre furono concessi ad AP Holding “soltanto 45 giorni per trovare un accordo con i sindacati contro i 90 richiesti e quindi le negoziazioni sarebbero dovute avvenire tra il 15 luglio ed il 30 agosto – precisa la nota Air One – Un periodo breve, estivo e non ideale per un lavoro di questo tipo”. Per quanto riguarda poi gli aspetti finanziari, “fino ad oggi eravamo in una fase – dice la nota – non vincolante: e le banche possono prendere impegni vincolanti solo nel contesto di un’offerta vincolante”. E gli impegni assunti “dalle banche internazionali che affiancano AP Holding, valutati oggi insufficienti, erano stati valutati – si legge nella nota – adeguati nella prima Procedura, al punto tale che il MEF ammise AP Holding alla fase finale di presentazione di una proposta vincolante. Oggi sembrerebbe non essere piu’ cosi'”.
Pertanto AP Holding “ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro la trattativa in esclusiva con Air France KLM, affinche’ possa presentare anch’essa una proposta vincolante per Alitalia: nel ricorso viene richiesto che siano resi noti i criteri e le condizioni minime per presentare una proposta vincolante seria ed affidabile”. Per Alitalia, infatti, non si tratta “di una vendita di una societa’ privata, ma di un’azienda il cui azionista di riferimento e’ pubblico e quindi criteri e modalita’ – prosegue la nota – devono essere resi noti con trasparenza e in partenza, come era avvenuto nella Procedura di inizio anno: spettera’ al Tar pronunciarsi su questo nei prossimi giorni”. In questi giorni, inoltre, “sta avvenendo una diffusione di informazioni profondamente inquietanti circa lo stato di salute della Compagnia: e’ importante che non vi siano in queste ore indebite pressioni sul tribunale da parte di nessuno, ne’ che si facciano allarmismi o processi sui giornali – continua la nota – La situazione di Alitalia, seppur poco chiara, e’ certamente critica e l’applicazione di criteri rigorosi e la possibilita’ anche per AP Holding di presentare una propria offerta vincolante non implicherebbero tuttavia prolungamenti dei tempi”.
AP Holding potrebbe presentare “la propria offerta vincolante negli stessi tempi concordati per Air France-KLM”, spiega la nota. Relativamente alla cessione degli slot “non e’ chiaro – si precisa – il vantaggio di rilasciarli adesso, nel bel mezzo del processo di vendita di Alitalia ed in un momento dove a livello nazionale e’ chiaro a quasi tutti che si tratterebbe di un grave depauperamento della Compagnia”. L’eventuale “non utilizzo degli slot non avrebbe comportato alcuna penale per l’azienda e tali slot sarebbero rimasti in capo ad Alitalia fino che non fossero inutilizzati per l’80%”. Infine, “se non fosse Air France-KLM il partner selezionato per Alitalia la Compagnia si troverebbe priva di importanti asset che, seppure giudicati non strategici nel piano francese, sono invece assolutamente essenziali nel piano per esempio di AP Holding che conferisce – conclude la nota di Air One – un ruolo centrale allo scalo di Malpensa”.
(Agi)