E ADESSO SPAZIO AL SUPERCAFONE VOLANTE

Mentre Alitalia non riesce neppure ad alzarsi da terra, Emirates – la compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti – apre l’era delle telefonate in volo. È di ieri la notizia della prima telefonata da un cellulare a 30 mila piedi di altezza. Una notizia minore rispetto ai patemi che stanno interessando le sorti della compagnia di bandiera, con Berlusconi che promette una cordata italiana e Prodi che vorrebbe chiudere la partita con il capo di Airfrance, Spinetta.

Ma pur sempre di una notizia che cambia i costumi dei viaggiatori mondiali si tratta e riempie di gioia tanti manager e telefonino-dipendenti che potranno continuare le conversazione anche durante una traversata Atlantica.
Siamo sicuri che sia davvero un bene? La tecnologia permette quello che fino a ieri era impossibile e a volte neppure necessario. Ma torniamo ai telefonini e all’uso che ne fa la gente comune. A chi non è capitato di essere interrotto durante una conversazione al ristorante, mentre stava leggendo un libro su un treno o in un momento di pausa, dalla voce invadente del vicino che parla al telefonino? Ebbene, se luoghi come le sale d’aspetto, i treni, gli autobus e la strada permettono a chi non vuole interessarsi dei fatti altrui di spostarsi, cosa potrà succedere in aereo, dove in gran parte del volo non ci si può schiodare dalla propria poltrona?

Certo, ci sono i lati positivi di avere informazioni rapide, d’essere raggiunti in ogni momento se c’è un’urgenza. Quanti sono però quelli che appena un aereo tocca terra, fossero pure le sei del mattino, hanno davvero la necessità di fare una telefonata così importante da non poter attendere neppure qualche minuto per l’apertura delle porte? La telefonata all’atterraggio è ormai un riflesso incondizionato. Anche chi scrive, per non sentirsi da meno degli altri, è stato più volte tentato di fare quella telefonata inutile o per lo meno di accendere il telefonino per controllare i messaggi arrivati in una giungla di bip e di voci. Gli aerei fino ad oggi erano rimasti l’ultima isola del trasporto libera dagli squilli dei cellulari. Un modo vero, ma a volte anche falso, per prendersi qualche ora di pausa da colleghi invadenti o clienti opprimenti. Bastava dire “scusami sto salendo in aereo, ci sentiamo quando arrivo” e via con due ore di relax mentale per leggere, riflettere, dormire o semplicemente respirare. Ora gli arabi, dopo aver fatto scuola nei media con Al Jazeera, danno un’altra lezione di tecnologia al mondo e soprattutto agli agguerriti cinesi, padroni dell’elettronica di consumo. Senza una compagnia nazionale, anche una piccola innovazione come questa, non potrà avere una via italiana. E noi dovremo subire modi e costumi di altri paesi senza neppure poter opporre un briciolo di buon gusto.

(Antonio Calistri, iltempo.it)

2008-03-22