L’aeroporto romano di Fiumicino ha salutato l’arrivo, da oggi, dei nuovi voli Alitalia che fanno il pieno di passeggeri. Sono partiti quasi tutti a pieno regime i primi collegamenti spostati, con l’entrata in vigore del nuovo orario estivo della compagnia, da Milano Malpensa sullo scalo della capitale, passaggio che segna l’avvio del trasferimento della maggior parte dei voli intercontinentali sull’hub romano. Ma rimane aperta la discussione sulla riduzione del 72% dei voli Alitalia dallo scalo lombardo. E l’occasione, proprio nel giorno dell'”addio”, è l’inaugurazione della Malpensa-Boffalora, la superstrada di oltre 18 chilometri, alla quale hanno partecipato, fra gli altri, il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, i presidenti della Regione e della Provincia, Roberto Formigoni e Luigi Penati.
Formigoni coglie l’occasione per dirsi convinto che “Milano tornerà a crescere anche perché, lo si voglia o no, il traffico aereo è qui”. “Sappiamo che avremo due anni di penitenza, ma già dal 2010 Malpensa tornerà a essere una grande infrastruttura”, dice il presidente della Regione difendendo le opportunità offerte dai collegamenti con l’aeroporto. Infine una frecciata al numero uno di Air France, Jean Ciryl Spinetta: “Non sapeva queste cose, pensava che Malpensa fosse un aeroporto sperso nella brughiera”.
Spera nell’intervento di una cordata italiana ma intanto celebra “il sacrificio e le esequie di Malpensa” Roberto Calderoli. Il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord rileva che “dopo tante chiacchiere del governo e di Air France si è purtroppo verificato ciò che temevamo e denunciavamo da tempo.
La chiusura di Malpensa è il primo atto di un percorso che vedrà spostare tutto su Parigi”. A suo parere, “sono stati svenduti allo straniero il Nord e la sua imprenditoria. Ora puntiamo tutto sulla costituzione di una cordata italiana, l’unica possibilità che ci resta perché è chiaro che, se vendi a un concorrente, questo fa di tutto per fare il suo interesse”.
Per Antonio Di Pietro le affermazioni di Silvio Berlusconi sulla cordata pronta ad acquisire Alitalia sono “delle vere e proprie azioni irresponsabili non solo sul piano politico, ma anche penale”. Il ministro delle Infrastrutture ribadisce che, allo stato attuale, l’unica alternativa alla proposta di Air France “è il fallimento”: “Chi dice ‘se vado al governo non tratterò mai con Air France’ sappia che se non tratterà con Air France sarà costretto a farlo con il giudice fallimentare”. Il ministro prevede “gravi conseguenze” perché “non si gioca sulle spalle dei lavoratori, del mercato e dei cittadini e non si deve permettere a speculatori di guadagnare su vicende come questa”.
Ma “nessuno ha intenzione di arrendersi”, dice il presidente della Provincia di Milano, Luigi Penati, perché “Alitalia se ne va da Malpensa, ma avrà comunque un futuro intercontinentale”. E Giuseppe Bonomi, il presidente di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, si rifiuta di credere che con il taglio di Alitalia sia segnata la morte di Malpensa. “Non moriremo mai – ha detto a margine dell’inaugurazione della Malpensa-Boffalora – siamo un asset industriale strategico”. Piuttosto, “cambia la tipologia di traffico”, non c’è più un vettore principale ma diverse compagnie aeree (trattative sono aperte con una settantina di vettori interessati a collegamenti con altre parti del mondo).
Quindi “nel breve e medio periodo, per i prossimi due/tre anni – ha spiegato Bonomi – l’aeroporto sarà point to point, poi però il nostro piano industriale, che è in corso di rivisitazione, non rinuncerà affatto all’idea di reintrodurre su Malpensa l’attuale tipologia di traffico”. Insomma l’obiettivo è di far tornare Malpensa un hub nel più breve tempo possibile.
(Repubblica.it)