È atterrato oggi, mercoledì 17 aprile 2013 alle ore 13.15 a Kabul, in Afghanistan, un velivolo C130-J dell’Aeronautica Militare con a bordo circa 700 flaconi di prodotti plasmaderivati (tipologia fattore VIII) che saranno per la prima volta consegnati all’ospedale Esteqlal di Kabul. Il volo dell’Aeronautica Militare, che coincide con la IX giornata mondiale dell’Emofilia, è un esempio di collaborazione che va incontro alla volontà della Federazione Mondiale dell’Emofilia per fornire il supporto ai pazienti emofilici indipendentemente dal loro paese di nascita, quali ad esempio l’Afghanistan. “Siamo fieri di offrire il nostro contributo anche in missioni a carattere umanitario fuori dal territorio nazionale, oltre a quelle più spiccatamente operative. L’opportunità data di portare conforto a popolazioni in sofferenza e di salvare vite umane è estremamente importante e non è certamente la prima volta per l’Aeronautica Militare”, ha dichiarato il Generale di brigata aerea Claudio Salerno durante l’incontro con la stampa avvenuto in occasione dell’Open Day che FedEmo (Federazione delle Associazioni Emofilici) ha organizzato per celebrare la IX Giornata Mondiale di questa rara malattia genetica.
Sempre Salerno ha aggiunto come l’Aeronautica Militare “attraverso l’addestramento dei reparti di volo da trasporto e di ricerca e soccorso è in grado di portare efficacemente, in ogni condizione e ad ogni latitudine, l’aiuto richiesto e, spesso, disperatamente atteso”. L’Afghanistan rappresenta solo uno dei tanti impegni internazionali assicurati dall’Aeronautica Militare, dove è presente per assistere il Paese nella realizzazione e mantenimento di un ambiente sicuro, in piena cooperazione con le Forze di sicurezza locali, al fine di estendere l’autorità e l’influenza del Governo centrale e facilitare la ricostruzione del Paese. E’ da oltre mezzo secolo che l’Aeronautica Militare è impegnata da una parte all’altra del globo, per portare soccorso in caso di guerre o calamità naturali e per concorrere alla risoluzione di gravi problemi, come la fame e il sottosviluppo dei paesi del Terzo Mondo. Si tratta per lo più di missioni in terre molto lontane, che richiedono sforzi enormi da parte degli equipaggi dell’Arma Azzurra, operanti in zone a rischio, lontani dalla madre Patria.
Il trasporto è da sempre il “mestiere” dei velivoli della 46° Brigata Aerea di Pisa e, principalmente sulle tratte a lungo raggio, dei cargo/tanker del 14° Stormo di Pratica di Mare (Roma), che soddisfano anche le esigenze di rifornimento in volo. L’importanza di questi assetti, comunque vitali per la Forza Armata, è cresciuta in modo esponenziale con la proiezione “fuori area” dello Strumento Militare nazionale. Non c’è località del Pianeta in cui siano dislocati i nostri contingenti che non sia periodicamente raggiunta dai C-130J e dai C-27J i quali, anche in situazioni di minaccia, sono in grado di garantirne il rifornimento e l’avvicendamento. I velivoli da trasporto dell’Aeronautica consentono di realizzare e sostenere nel tempo quella rete di collegamenti aerei che fa da “trait d’union” con i teatri operativi “fuori area” più importanti, come l’Afghanistan, tra quelli in cui sono oggi impegnate le nostre Forze Armate. Se la “Quarantaseiesima” e il 14° Stormo sono costantemente impiegati nel campo degli aiuti umanitari e della protezione civile, è soprattutto del 31° Stormo di Ciampino (Roma) la responsabilità dei voli per il trasporto sanitario di ammalati e traumatizzati, nonché di pazienti che necessitano di trapianto di organi. Un’attività che, dato l’ “imminente pericolo di vita” delle persone trasportate, impone un livello di prontezza paragonabile a quello dei caccia della Difesa Aerea o del SAR, ventiquattro ore al giorno, 365 giorni all’anno.
(Ufficio Stampa Aeronautica Militare)