ALITALIA, SOSPESA LA VENDITA DI VOLARE. SI’ DEL CONSIGLIO DI STATO A AIR ONE

Il Consiglio di Stato ha sospeso la vendita di Volare ad Alitalia, accogliendo l’appello di Air One contro l’ordinanza del Tar del Lazio che aveva invece respinto la richiesta della stessa compagnia low cost. Pertanto, è scritto nella sentenza, in attesa che sia rinnovata la gara, il Consiglio di stato in sede giurisdizionale accoglie l’appello presentato da Air One e “in riforma dell’ordinanza del Tar del Lazio sospende gli effetti del decreto” ministeriale “nonché dei precedenti atti di gara, salvi gli ulteriori provvedimenti inerenti alla rinnovazione della gara e quelli volti alla salvaguardia degli interessi pubblici e privati”.
Il decreto del Map ha autorizzato la stipula del contratto di compravendita secondo il corrispettivo, i termini e le modalità dell’offerta presentata da Alitalia il 28 dicembre 2005. Contratto che “dovrà prevedere l’obbligo della società acquirente a proseguire per almeno un biennio le attività imprenditoriali e a mantenere per il medesimo periodo i livelli occupazionali”. Il Consiglio di stato ha rilevato che le violazioni del bando nelle procedure di valutazione delle offerte “evidenziano la sussistenza dei presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare e per la sospensione degli effetti degli atti impugnati in primo grado”.

Il ministero delle Attività Produttive aveva assegnato all’Alitalia a marzo la gara per la vendita del complesso aziendale del gruppo Volare. Una decisione che aveva sollevato più di una perplessità da parte della concorrente Easy Jet e che aveva spinto Air One a presentare ricorso al Tar del Lazio. L’11 maggio il Tribunale Amministrativo del Lazio aveva respinto la richiesta di sospensiva della procedura di cessione della compagnia.

Decisione duramente criticata da Air One: “Ad Alitalia, e solo ad Alitalia, è consentito non sottoporsi alle prescritte verifiche dell’Enac ed essere esonerata dall’assunzione di formali impegni, così come dalla produzione della documentazione necessaria”, aveva scritto la compagnia in una nota. E così il ricorso al consiglio di Stato che ha dato ragione alla compagnia ricorrente. (Fonte: Repubblica.it)