ALITALIA: INDUSTRIALI DEL VENETO RILANCIANO UNA CORDATA ITALIANA

Una cordata di imprenditori, magari del Nordest, per salvare Alitalia? All’appello del  presidente di Confindustria Veneto, Andrea Riello, che in giornata ha allargato l’appartenenza geografica dei possibili candidati, i Benetton hanno risposto con un no comment, mentre il presidente di Alpi Eagles, compagnia della Regione Veneto, Paolo Sinigaglia, ha gettato acqua sul fuoco dell’entusiasmo: «Per Alitalia si tratta di ripartire da zero, di raccogliere le sue spoglie e da lì dipanare una matassa complicata da complessi rapporti con la politica», ha detto Sinigaglia dopo avere risposto con un «no, grazie» all’idea del numero uno regionale degli industriali. Di diverso avviso un banchiere influente come Gianni Zonin, titolare del gigante vitivinicolo omonimo e presidente della Popolare di Vicenza: «Alitalia merita di essere rilanciata e se gli industriali veneti partecipano anche il nostro Istituto potrebbe prendere parte all’operazione».

 

Le perplessità di Carraro, le alchimie di Tomat. Riello ha poi precisato che gli piacerebbe anche una cordata più genericamente made in Italy per evitare ad Alitalia di essere trasformata in una compagnia low-cost e ha spiegato perché: «Quando sento parlare di fondi esteri che valutano profitto ed eventuali ristrutturazioni, penso che il Paese stia perdendo una grande opportunità. Il problema vero sono i tempi stretti» fissati dal Governo. Sulla stessa linea Andrea Tomat (Lotto), Presidente degli industriali trevigiani: «L’auspicio di Riello è quello di molti italiani che vogliono una compagnia di bandiera, efficiente e fuori dalle paludi stataliste. Certo che le cordate si basano su accordi che hanno bisogno di una compatibilità alchemica». Prudente Mario Carraro: «In Veneto le risorse ci sono, ma un’impresa di questo tipo richiede specifici mezzi e competenze e certo non può nascere da un’iniziativa locale». Della Valle: «Ci sono piani industriali molto seri». Vota a favore della cordata tricolore Diego Della Valle, socio di Management&Capitali, il fondo salva-imprese creato da Carlo De Benedetti che la scorsa settimana ha riunito il consiglio di amministrazione con schieramento di advisor e studi legali senza peraltro raggiungere una conclusione definitiva. Fatto che secondo alcuni avrebbe contribuito a fare cadere il titolo in Borsa nella prima seduta della settimana (-2,32% a 1,051 euro). «Credo – ha commentato il patron di Tod’s – che ci sia un sano interesse da parte di società italiane di primo ordine. C’è qualche piano industriale molto serio che è stato fatto guardando e vedendo per bene tutto. Per cui ho l’impressione che se c’è la voglia di far sopravvivere Alitalia e di farla sopravvivere con un nucleo prevalentemente di imprenditori italiani, questa sia un’occasione buona. Poi, vinca il migliore». L’eventuale offerta per la quota di controllo di Alitalia da parte di M&C dovrebbe arrivare ovviamente entro il 29 gennaio, come stabilito dall’azionista di maggioranza, il ministero dell’Economia. Di Pietro: «Tutelare l’occupazione». Da venerdì sciopero a oltranza. In vista di questa scadenza il ministro dei Trasporti, Antonio Di Pietro, ha dichiarato che ancor più importante dell’aspetto economico sarà, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, la volontà dell’offerente di tutelare l’occupazione. Dal canto loro i sindacati confermano la mobilitazione (con sciopero) a partire da venerdì 19 gennaio. Motivo: il governo, che aveva garantito il rilancio di Alitalia, «ha tradito gli impegni». Il segretario nazionale dell’Ugl Roberto Panella, al termine della riunione con le altre sigle sindacali che hanno proclamato lo stop, ha confermato l’intenzione di una protesta ad oltranza: «Non sarà una sola giornata di sciopero – ha dichiarato Panella – la durata sarà decisa in corso d’opera, a seconda della reazione e del clima». Sempre venerdì 19 è atteso il cda di Alitalia nel quale si parlerà tra l’altro di bilancio 2006. Alla riunione non parteciperà il dimissionario consigliere Gabriele Checchia, di recente nominato ambasciatore in Libano.

(Il Sole 24 Ore)