Globalizzazione, ma anche cambiamenti climatici e sicurezza. Sono queste le prossime sfide che il settore aereo dovrà affrontare introducendo significativi cambiamenti. Ad affermarlo è Maurice Flanagan, vice-presidente dell’Emirates Airlines, che in una lunga intervista rilasciata alla rivista ‘Airlines International’, parla anche degli obiettivi e dei futuri piani di sviluppo della compagnia.
”Voliamo nei cieli di Dubai da 21 anni – dice Flanagan – e il segreto del successo sta nel mantenimento delle tradizioni e nella contemporanea innovazione costante. Questo ci ha permesso di diventare un brand globale e di diffonderci in tutto il mondo”. La compagnia oggi vola verso 83 destinazioni nel mondo in 57 diversi Paesi. Circa 550 voli partono da Dubai ogni settimana verso i cinque continenti e la sua rete è in continua espansione Tuttavia, sottolinea il vice-presidente, ”non siamo interessati a partnership o alleanze. L’identità della compagnia è forte e la struttura a Dubai è in prudente espansione. Possediamo anche il 44% di SriLankan Airlines fino a marzo 2008 e valuteremo la nostra posizione solo allora. Ma al momento non siamo interessati ad ulteriori partnership”.
Una realtà forte e consolidata che non teme né i problemi creati dai ritardi nelle consegne dell’A380, né il sorprendente sviluppo di areoporti nella regione degli Emirati Arabi. ”Siamo in crescita del 16% annuo e non abbiamo in programma rallentamenti. Al momento l’aeroporto di Dubai conta 27 milioni di paseggeri all’anno. E probabilmente si raggiugerano i 45 milioni nel 2007 e i 75 milioni alla fine del 2008”.
Ed è proprio la costante crescita della mobilità a preoccupare le lobby ambientaliste. L’inevitabile espansione delle capacità aeroportuali deve essere abbinata ad una nuova regolamentazione per ridurre il rumore e le emissioni prodotte dagli aerei. Ma per Flanagan ”il settore dell’aviazione incide nelle emisioni di anitride carbonica solo per il 2%. E’ del rimanente 98% che bisogna occuparsi. Ho sentito parlare dei carburanti alternativi, ma alle compagnie petrolifere va bene la situazione attuale dato che anche limitando la fornitura di carburante alle sole compagnie aeree si mantengono i guadagni. Qual è il motivo per cambiare il sistema sviluppando un nuovo carburante?”, si domanda ironico.
Diversa la situazione della sicurezza dove Flanagan chiama in causa i governi. ”Abbiamo bisogno di standard globali e di una struttura efficace. I governi devono assicurare regole internazionali e devono intervenire a livello economico per garantire la sicurezza nazionale”.
Infine un accenno sul futuro: ”La storia testimonia che nel tempo abbiamo reso il mondo accessibile a sempre più persone. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione”.
(ADNKRONOS)