KLM informa: “KLM è costretta a ridimensionare ulteriormente la propria organizzazione. Abbiamo già adottato una notevole serie di misure per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia coronavirus. Purtroppo, ciò ha comportato, tra le altre cose, la perdita di 5.000 posti di lavoro e colleghi in KLM nel 2020. Questo numero si basa sulla premessa che il traffico aereo inizierà a riprendersi nel 2021. Tuttavia, KLM ha ripetutamente avvertito che questa ripresa potrebbe essere ritardata, il che significa un declassamento dello scenario e di conseguenza la perdita di più posti di lavoro. La realtà attuale è che la ripresa del traffico a lungo raggio subirà ritardi più lunghi del previsto, principalmente a causa delle misure internazionali e delle restrizioni di viaggio esistenti e nuove. Ciò significa che KLM dovrà perdere ulteriori 800-1.000 posti di lavoro, inclusi 500 FTE (Full-Time Equivalent) nel Cabin domain, 100 nel Cockpit domain e da 200 a 400 nel Ground domain. Il numero totale di posti di lavoro che KLM ha quindi ridotto sarà vicino a 6.000″.
Pieter Elbers, CEO di KLM: “Nel luglio 2020, abbiamo annunciato che 5.000 dei nostri colleghi avrebbero dovuto lasciare KLM, dopodiché ci siamo impegnati in un’intensa consultazione e cooperazione con tutte le parti sociali. Vari strumenti sono stati messi a disposizione nell’ambito di un piano sociale. Questi aggiustamenti sono stati molto dolorosi, ma hanno avuto successo. Ho piena fiducia che risolveremo queste nuove sfide insieme ancora una volta.
L’ulteriore ridimensionamento della nostra organizzazione non comprende ancora le ultime misure annunciate dal governo olandese nelle ultime 48 ore. Queste nuove misure sono, tuttavia, in linea con le restrizioni e le dinamiche con cui abbiamo dovuto fare i conti dall’inizio della pandemia. Anche se i nostri crew members sono esentati dai nuovi regolamenti, l’ulteriore perdita di posti di lavoro sarà purtroppo inevitabile. L’impatto delle ultime misure diventerà evidente a tempo debito”.
(Ufficio Stampa KLM)