“La Finanziaria invece, li lascia a terra ” – Lo ‘Stato di agitazione’ degli aeroporti italiani è confermato.
A ribadirlo è stato il presidente di Assaeroporti, ingegner Domenico Di Paola, durante la conferenza stampa dell’Associazione tenutasi oggi 11 ottobre a Roma.
‘Dichiarare lo stato di agitazione è stato necessario – dice Di Paola – per evidenziare la situazione di estrema incertezza giuridica, economica ed operativa che potrebbe abbattersi in generale sul sistema del trasporto aereo e, in particolare, sulle società di gestione aeroportuale, considerati i contenuti dell’attuale testo del disegno di legge Finanziaria per il 2007’. Tra le misure penalizzanti, il presidente ha ricordato le disposizioni di cui agli articoli 15 e 16 in materia di demanio aeronautico e di immobili pubblici, disposizioni che comportano criticità e sono testimonianza esemplare di quello che il mercato nazionale e internazionale più teme, rendendo oggettivamente impossibile lo sviluppo del trasporto aereo.
Gli aeroporti si trovano ad operare in un quadro piuttosto ‘Vettore centrico’, anche a causa della lunga e grave crisi della compagnia di bandiera storica, spesso confusa con una crisi dell’intero comparto. Cosa che non è. Anzi. In tutta Europa il settore del trasporto aereo è in crescita, e le prospettive concrete di espansione del mercato italiano sono ancora più interessanti, visto che gli indici di mobilità aerea nel nostro Paese sono tra i più bassi d’Europa.
In Italia il mondo degli aeroporti è sottoposto a pressioni e difficoltà di dialogo con le Istituzioni e con gli stessi altri soggetti del trasporto aereo e rappresenta un universo economico strategico, ma di cui si ha ancora scarsa consapevolezza e considerazione.
Di Paola ha poi definito le prime misure dello stato di agitazione degli aeroporti annunciando per il momento: ‘Il blocco degli investimenti, eccetto per quelli già finanziati, e la sospensione della ratifica dell’ipotesi di rinnovo contrattuale nazionale, oltre alla promozione di un’azione per l’esclusione del settore aeroportuale dalla limitazione del cosiddetto cuneo fiscale'”.
L’associazione nazionale dei gestori aeroportuali si schiera contro la Finanziaria e, nel particolare, contro gli articoli 15 e 16 che, sovvertendo il regime attualmente vigente in materia di gestione delle infrastrutture aeroportuali, delineerebbero una potenziale e illegittima procedura di esproprio a danno dei gestori. Tali articoli, infatti, introducono la sottocategoria dei beni demaniali non strumentali al servizio della navigazione aerea, consistenti nei beni non connessi in modo diretto al servizio di gestione aeroportuale (ad esempio i parcheggi). La gestione dei suddetti beni, in base alla nuova normativa, passerà all’Agenzia del Demanio e gli introiti passeranno quindi dai gestori all’Erario.
L’articolo 18 del Ddl riguarda alcuni interventi di riduzione del cuneo fiscale in base ai quali i gestori vengono esclusi dal novero dei soggetti che possono dedurre, ai fini del calcolo Irap, alcuni importi prestabiliti per il personale assunto e i costi per i contributi previdenziali e assistenziali.
L’articolo 214 carica sulle società di gestione parte del finanziamento dei servizi antincendio negli aeroporti attraverso la costituzione di un Fondo, al quale dovranno contribuire in proporzione al traffico generato fino ad un ammontare di 30 milioni di Euro. Assaeroporti contesta anche questi punti. Perplessità inoltre viene espressa nei confronti dell’articolo 5 del Dl 262/06 che dispone in materia di catasto: gli esercizi commerciali presenti negli aeroporti non possono essere inglobati nell’infrastruttura utilizzata per trasporto pubblico, avente classamento nella categoria E/1. Secondo l’associazione, l’impatto della previsione di legge sarebbe di difficile sostenibilità economica per le società di gestione, in quanto l’utilizzo di immobili commerciali e/o industriali sarebbe strettamente funzionale, anche in termini di redditività, all’operatività delle società stesse, considerando che gli stessi introiti andranno ad incidere nella determinazione dei redditi aeroportuali.
Come ciliegina sulla torta, chiosa infine Assaeroporti, la tassa di imbarco viene aumentata di 50 centesimi di Euro, da aggiungere agli attuali 2 Euro circa: il tutto a carico dei passeggeri. (Fonte: Wapa)