CHIARIMENTI RELATIVI LA COMPOSIZIONE DELLA FLOTTA ALITALIA ED ELEMENTI DISTINTIVI DEL POSIZIONAMENTO DI MERCATO DELLA COMPAGNIA

In relazione a notizie apparse su organi di stampa, Alitalia precisa quanto segue:
Relativamente alla flotta deve essere osservato che:
– La flotta di lungo raggio di Alitalia è attualmente composta da 28 aeromobili di cui 23 dedicati al trasporto passeggeri e 5 dedicati al trasporto delle merci. L’età media della flotta di lungo raggio destinata al trasporto passeggeri, al 30 giugno 2006, è di circa 7 anni e risulta tra le più giovani in Europa. Con questi aeromobili Alitalia opera 254 frequenze settimanali su 28 destinazioni intercontinentali, classificandosi 4° vettore europeo in termini di frequenze intercontinentali offerte.
– Gli aeromobili MD80 attualmente in flotta sono 76 pari a circa il 40% del totale degli aeromobili.
La tipologia di aeromobile MD80 è molto diffusa sia in Europa (per esempio in Italia Meridiana ha 17 MD80 pari a circa  l’81% del totale, SAS ne ha 57 pari a circa il 40% del totale, Iberia ne ha 30 pari a circa il 26% del totale) sia nel resto del mondo (per esempio negli Stati Uniti American Airlines ha 322 MD80 pari a circa il 46% del totale e Delta ne ha 132 pari a circa il 30% del totale).
L’aeromobile MD80 è inoltre tra le tipologie di aereo più sicure al mondo, classificandosi ai vertici delle statistiche per i minori incidenti (su 33,33 milioni di voli gli MD80 hanno un rateo di soli 0,22 fatalità per milione di voli rispetto ad esempio allo 0,41 del Boeing 737).
Il Piano Industriale 2005-2008 della Compagnia prevede uno sviluppo della flotta sia nel lungo raggio sia nel breve medio raggio, coerente con la crescita attesa della domanda di trasporto aereo da e per l’Italia, e con il programma di progressivo rinnovo della flotta MD80. 

Rispetto al posizionamento di mercato della Compagnia appare opportuno evidenziare che:

Alitalia ha avuto una quota di mercato nazionale pari a circa l’80% fino al 1994.  Tale situazione si è successivamente modificata principalmente a causa:

dell’unificazione e della liberalizzazione del mercato europeo del trasporto aereo a partire dal 1994;

della decisione assunta il 15 luglio 1997 dalla Commissione Europea che ha limitato con 10 durissime condizioni lo sviluppo e la competitività della Compagnia, decisione successivamente (il 12 dicembre 2000) dichiarata illegittima dal Tribunale di Primo Grado delle Comunità Europee;

dell’evoluzione della regolamentazione che disciplina l’accesso agli scali milanesi, che ha “espropriato- i 2/3 degli slot detenuti da Alitalia sull’aeroporto di Milano Linate, imponendo una regola di “appiattimento- delle frequenze operabili che ha penalizzato e penalizza il leader del mercato malgrado ne fosse prevista una riconsiderazione entro lo stesso anno di emanazione mentre sono passati già 5 anni dalla scadenza di tale termine senza che tale riconsiderazione  sia ancora avvenuta;

dell’applicazione di una penalizzante politica antitrust, discriminatoria nei confronti di quanto registratosi negli altri più significativi sistemi nazionali del trasporto aereo dei Paesi dell’Unione Europea (Air France ha una quota del mercato domestico francese prossima al 90%, Lufthansa del mercato domestico tedesco prossima al 70% e Iberia del mercato domestico spagnolo prossima al 60%). Politica resa, da ultimo, ancor più restrittiva degli orientamenti assunti dalla stessa Commissione Europea (il caso Volare di questi giorni rappresenta certamente un esempio emblematico);

di un’inadeguata politica nazionale e locale del trasporto aereo che:
per un verso non ha prodotto, dopo il 2001, un sistematico ed organico strumento di programmazione del settore, disperdendo le sempre più esigue risorse destinate a sostegno dello sviluppo in una polverizzazione di iniziative a livello locale senza un indirizzo comune e  che hanno favorito, in modo non trasparente e discriminatorio, la crescita delle compagnie low cost sul mercato italiano
e, per altro verso, ha fatto prevalere la tutela del sociale senza pretendere la sostenibilità di questa tutela a salvaguardia degli interessi della clientela, dei consumatori e degli investitori e senza considerare l’evoluzione sempre più competitiva dello scenario industriale del settore.

Nonostante quanto sopra sottolineato, nel corso del 2005  – per la prima volta dopo molti anni –  Alitalia, grazie alla strategia identificata nel Piano Industriale, ha invertito il trend negativo di caduta della quota di mercato nazionale, che è passata dal valore minimo del 43% dell’agosto 2004 a oltre il 51% a fine 2005.