Centralità del passeggero, incentivi alla mobilità aerea e ossigeno alle società aeroportuali
“Qual è il ruolo che si vuole dare in Italia agli aeroporti? Devonoessere satelliti che ruotano intorno al pianeta dei vettori o possonoessere considerati attori del sistema, certo regolamentati e sottopostia controllo, ma di pari dignità economica?”
E’ la domanda che ha posto provocatoriamente il presidente diAssaeroporti, ing. Domenico Di Paola ai ministri Alessandro Bianchi eAntonio di Pietro, presenti all’incontro su infrastrutture e trasportiorganizzato alla festa della Margherita a Caorle. Gli aeroporti sonooggi motori dello sviluppo del settore, attraverso la capacità diattrarre investimenti e nuove rotte, garantendo così al cittadino ildiritto alla mobilità aerea. Gli effetti positivi di questo ruolo nonsi esauriscono in benefici per persone e merci, ma ricadono anche sulterritorio circostante, con effetti propulsivi sull’economia, sulturismo e sull’occupazione. “In Italia, invece, mi sembra quasi che visia qualcosa di negativo quando una società aeroportuale, a prescinderese sia pubblica o privata, sia in grado di remunerare il capitale. Ilproblema è semmai di verificare la qualità dei servizi e gliinvestimenti in infrastrutture” ha detto di Paola che ha ribaditol’impegno dell’Associazione confindustriale che rappresenta gliaeroporti italiani a ripensare strategie di sviluppo e alleanze conaltri soggetti della filiera del trasporto aere al fine di ottimizzarele risorse e migliorare il servizio. “Tutto ciò si concretizza in unavera e propria svolta culturale, in linea con gli orientamenti dellaComunità europea, maturata anche alla luce di uno studio commissionatoalle università Bocconi e Luiss e alla Price Waterhouse, studio chesarà consegnato a breve al ministro Bianchi e al Governo”.
Il sistema aeroportuale italiano però, deve essere messo nellecondizioni di svolgere al meglio il suo ruolo- secondo Di paola- se sivuole evitare di aggiungere ala crisi dell compagnia di bandiera, anchela crisi degli aeroporti. La situazione di sostenibilità economicadegli aeroporti italiani, al di là di una o due eccezioni, è piuttostodifficile. Le tasse di imbarco sono ferme al decreto ministeriale delnovembre del 2000 che ne ha fissato la misura, aeroporto per aeroporto,e in sei anni non sono state adeguate nemmeno all’inflazione.
“Per questo chiediamo la revisione dei requisiti di sistema e unaumento delle tariffe aeroportuali in modo da avvicinarsi almeno allamedia europea che ci supera del 40/45%”.
Le prospettive concrete di espansione in Italia ci sono, visto chegli indici di mobilità aerea nel nostro Paese sono tra i più bassi diEuropa. Se un cittadino europeo effettua mediamente due voliinternazionali l’anno, in Italia ne effettua mediamente solo uno.
“Ilsistema può crescere, ma non solo in modo disordinato e soprattutto nonpuò essere creato per via burocratica, ma va fatto insieme aglioperatori”, ha ribadito Di Paola. Quindi il tavolo di concertazioneavviato dal ministro Bianchi può essere utile per mettere in piedi unastrategia di programmazione seria. Con due importanti obbiettivi: lacentralità del passeggero ed il diritto alla mobilità. Un obbiettivoconcreto e realizzabile, secondo Assaeroporti, è di portare nell’arcodi un quinquennio l’indice di mobilità aerea italiano sui livelli medieuropei. Ciò comporterebbe la creazione di un traffico aggiuntivo dicirca 50 milioni di passeggeri con evidenti risvolti positivi intermini di sviluppo economico ed occupazionale. Un recente studiosempre di Aci Europe, inoltre, ha stimato che gli aeroporti europeisupportano direttamente ed indirettamente mediamente 2950 posti dilavoro a livello nazionale per ogni milione di passeggeri. Una stimadel vantaggio occupazionale della crescita della mobilità aerea inItalia è presto fatta.
2006-09-08