Breve, intenso e inspiegabile. E’ il mal di testa “da aereo” individuato da un’equipe di neurologi italiani guidata dal professor Giorgio Zanchin. Lo studio che ne parla dettagliatamente è stato pubblicato sulla rivista internazionale The Journal of headache and pain.
“Si tratta una forma di cefalea che colpisce durante il viaggio in aereo, si verifica solitamente nelle fasi di atterraggio e decollo, e non è contemplata dalla classificazione internazionale”, spiega il ricercatore Federico Mainardi. “La nostra indagine non è riuscita però a trovare la causa di questo mal di testa estremamente intenso. Si tratta di un dolore unilaterale, cioè duole solo un lato della testa, e dura poco tempo, di solito 15-20 minuti”.
La ricerca è stata svolta studiando le reazioni di persone che non soffrono di sinusite, causa diffusa di cefalee. ”Sono stati descritti una decina di casi – dice Mainardi – ma sembra che siano molti di più. La particolarità è che alcune di queste persone avevano volato tante volte senza avere nessun tipo di problemi, i fastidi si sono presentati improvvisamente. Altre persone accusano invece il dolore in maniera sporadica. La nostra descrizione scientifica rappresenta solo una proposta che deve essere accettata. L’occasione sarà il prossimo congresso della Società italiana per lo studio delle cefalee”.
Un problema, quello della cefalea da aereo, che non è prevedibile. ”Si può viaggiare e non accusare nessun tipo di dolore o fastidio”, aggiunge il ricercatore. “Nel caso in cui il primo attacco si manifesti senza preavviso solitamente il dolore si autolimita: il viaggiatore si spaventa, si agita, ma nell’arco di dieci, venti minuti il dolore recede da solo. Come terapia, nel caso il dolore dovesse essere cronico sono state proposte assunzioni di analgesici, tipo il Naprossene sodico, o prima della partenza o poco prima dell’atterraggio”.
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