LEONARDO: INIZIA L’AVVENTURA PER IL RITORNO SULLA LUNA – Mercoledì 16 novembre, dal complesso di lancio 39B del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, è stata lanciata con successo la prima missione Artemis, il programma della NASA in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con l’obiettivo di portare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna e, un giorno, raggiungere Marte. Il nuovo sistema di lancio (SLS) ha spiccato il volo e ha portato con sé Orion, il nuovo veicolo spaziale che passerà le prossime settimane nello spazio per testare tutti i sistemi. Orion, nel corso di questa prima missione senza astronauti a bordo, raggiungerà la Luna, farà un giro intorno al nostro satellite e tornerà sulla Terra a dicembre per ammarare nell’Oceano Pacifico. “Con il lancio della prima missione Artemis si apre una nuova epoca per l’esplorazione spaziale. Tornare sulla Luna e stabilire una presenza umana permanente è un progetto molto ambizioso, ma possibile”, ha dichiarato Luigi Pasquali, Coordinatore della attività spaziali di Leonardo. “Come Leonardo abbiamo dimostrato di avere tutte le competenze necessarie per poter supportare le missioni delle agenzie europee e mondiali e lo sviluppo di una Lunar Economy sostenibile: dalle infrastrutture orbitanti e moduli pressurizzati realizzati da Thales Alenia Space, a tecnologie abilitanti come robotica e sensori sviluppati negli stabilimenti Leonardo, fino ai servizi di telecomunicazione e navigazione di Telespazio”. Per la grande avventura lunare servono infrastrutture, intelligenza artificiale, robotica, connettività, servizi e operazioni, tutte competenze che Leonardo, insieme alle joint venture Telespazio (67% Leonardo, 33% Thales) e Thales Alenia Space (67% Thales, 33% Leonardo), può mettere a disposizione. Intanto, a seguire il viaggio del veicolo Orion intorno alla Luna, insieme all’Agenzia Spaziale Italiana, ci saranno anche le antenne del Centro Spaziale del Fucino di Telespazio. Con parabole di undici metri di diametro, le antenne riceveranno in tempo reale i segnali radio di Orion, che viaggerà fino a 448.000 km di distanza dalla Terra, contribuendo al tracciamento della sua traiettoria. I dati raccolti dal Fucino saranno quindi condivisi con la NASA tramite l’infrastruttura per comunicazioni di missione ASINET, di cui Telespazio è uno dei principali partner industriali, per dimostrare la capacità di supportare il tracciamento delle future missioni di esplorazione spaziale verso la Luna e, in futuro, verso Marte.
ARTEMIS I: ORION SI DIRIGE VERSO LA LUNA CON L’AIRBUS EUROPEAN SERVICE MODULE – La sonda Orion ha appena iniziato il suo viaggio verso la Luna con la missione Artemis I della NASA. La missione Artemis I testerà per la prima volta nello spazio l’intero Orion spacecraft. Questa missione è senza equipaggio e tutti i sistemi saranno spinti al limite, per garantire che i membri dell’equipaggio nelle future missioni a bordo di Orion siano al sicuro. L’European Service Module (ESM) è stato costruito da Airbus sotto contratto con l’European Space Agency (ESA). Serve come Orion spacecraft main propulsion system, fornendo anche manovre orbitali e controllo del posizionamento. Un’altra importante funzione dell’ESM è fornire all’equipaggio elementi critici di supporto vitale, tra cui acqua e ossigeno, e regolare le condizioni termiche a bordo di Orion. Anche prima del lancio l’ESM ha assunto vari compiti, come il raffreddamento dei sistemi del veicolo spaziale sulla rampa di lancio. Appena 54 secondi dopo il lancio, il razzo Space Launch System (SLS) ha raggiunto una velocità supersonica. Otto minuti dopo l’inizio del volo, Orion si è separato dallo stadio principale del razzo e il veicolo spaziale ha raggiunto gravità zero mentre era ancora attaccato al cryogenic upper stage dell’SLS. A 18 minuti dall’inizio del volo il caratteristico pannello solare a quattro ali dell’ESM è stato dispiegato e il team ha atteso di vedere i sensori indicare che tutto andava bene. Successivamente Orion ha viaggiato verso un’orbita molto più alta. Circa 90 minuti dopo il lancio, con l’accensione finale del motore dello stadio superiore, il modulo è stato spinto verso l’orbita lunare. A questo punto i pannelli solari sono stati ripiegati all’indietro di 35 gradi per ridurre i carichi generati dall’accensione del motore prima della separazione dello stadio superiore del razzo. Sette ore dopo il lancio, i pannelli solari sono stati posizionati nella loro posizione finale per fornire energia alla sonda Orion. Durante il volo di 25 giorni (25 giorni, 11 ore, 36 minuti), tutti i sistemi saranno ampiamente testati. Innumerevoli sensori e telecamere monitoreranno i cambiamenti e le funzioni del sistema durante la missione. Gli astronauti voleranno intorno alla Luna nella prossima missione, Artemis II. Per essere approvata, tutti i sistemi devono funzionare correttamente sul volo Artemis I. La capsula Orion su Artemis I è senza equipaggio, ma i manichini “passeggeri” registrano dati sulle condizioni dei futuri membri dell’equipaggio. Orion volerà a circa 62 miglia (100 km) sopra la superficie della Luna, quindi utilizzerà la forza gravitazionale della Luna per spingere Orion a circa 70.000 km oltre la Luna in orbita lunare. Il veicolo spaziale rimarrà in quell’orbita per circa sei giorni per raccogliere dati e consentire ai controllori della missione, inclusi gli ingegneri Airbus che hanno progettato e costruito l’ESM, di valutare le performance dello spacecraft. Prima del suo ritorno sulla Terra, Orion eseguirà un altro sorvolo ravvicinato sopra la superficie della Luna per sfruttare la gravità della Luna per accelerare verso la Terra. La capsula Orion si separerà quindi dall’ESM per entrare nell’atmosfera del nostro pianeta, viaggiando a 11 km al secondo. Ciò produrrà temperature di circa 2.760 gradi Celsius. Dopo questa missione di 25 giorni e una distanza totale percorsa di oltre 2 milioni di km, la capsula affonderà nell’Oceano Pacifico al largo della costa della Bassa California. L’ESM non tornerà sulla Terra con Orion, ma brucerà in modo controllato nell’atmosfera terrestre, avendo completato il suo ruolo vitale nel preparare la strada per la futura esplorazione dello spazio.