ALITALIA: TRA I PRETENDENTI ANCHE UN PROFESSORE CHE “NON HA UN SOLDO”

Con quel nome un po’ così, quell’espressione un po’ così, Fabio Scaccia, ha preso tutti alla sprovvista. Abituati ai colpi di scena regalati dal pirotecnico Paolo Alazraki, la discesa in campo di questo professore di materie aeronautiche all’istituto tecnico industriale «Don Giuseppe Morosini» di Ferentino (Frosinone) è stata la vera sorpresa della giornata. «Sono solo un cittadino — racconta —. Ho inviato un progetto industriale e finanziario per l’Alitalia al sottosegretario Massimo Tononi, lo stesso che ho inviato anche alla Merrill Lynch» l’advisor del Tesoro. «Io non voglio comprare l’Alitalia, non ho partner finanziari e non ho presentato le garanzie finanziarie richieste per 100 milioni, anche perché non ho un soldo. E poi è difficile comprare un morto— dice —. Sono solo un cittadino indignato, che di fronte a una compagnia che perde più di un milione di euro al giorno non le manda a dire».

 

E per 1.230 euro al mese, quanto guadagna oggi, si candida al posto di Giancarlo Cimoli, magari con la consulenza di Pasquale Pistorio. Già, perché i soldi per la ristrutturazione potrebbero venire proprio dalla vendita delle azioni di Stm rimaste nelle mani di Finmeccanica (6%). Ardimentoso. Come del resto Terenzio Servetti, classe 1956, che da amministratore di Porcellana Castello, azienda di ceramiche di Forlì, lancia la sua sfida per il risanamento della compagnia. Un altro sognatore? Di certo non si sono lasciati sfuggire l’occasione di esserci i piloti dell’Up. Zitti, zitti, senza sollevare polveroni, hanno tolto la scena ai potenti cugini dell’Anpac, tuttora fedeli al piano di risanamento di Giancarlo Cimoli. «Così non ci potranno dire che non vogliamo lavorare—attacca il presidente Massimo Notaro (nella foto) con la consueta verve—vogliamo esserci anche domani. E in prima fila».

(www.corriere.it)

2007-01-30