ALITALIA: 4 BANCHE CON AIR ONE PER LA GARA

Un poker di banche dovrebbe affiancare Intesa Sanpaolo nel finanziamento dell’offerta di Carlo Toto per l’acquisto del 49,9% dell’Alitalia. Il quartetto che sta esaminando l’operazione è composto da Banca Monte dei Paschi di Siena e da tre straniere: le americane Lehman Brothers e Morgan Stanley e la giapponese Nomura, secondo quanto riferito al Sole-24 Ore da fonti finanziarie. Nessun impegno è ancora formalizzato. Tuttavia dovrebbero essere queste le banche (con qualche punto interrogativo in più per Morgan Stanley) a sostenere l’affondo del proprietario di Air One. La rosa è stata individuata dopo contatti nel mondo finanziario, condotti dall’advisor di Toto, Guido Roberto Vitale (lunedì era a Parigi e ha visitato il salone di Le Bourget) e dalla superbanca guidata da Corrado Passera, il pivot dell’operazione. Salvo ritiri in dirittura d’arrivo, questi istituti dovrebbero avere il ruolo di arranger accanto a Intesa. Dovrebbero cioè fornire o procurarsi i soldi per Ap Holding, la società-veicolo creata da Toto. Il 30 dicembre 2006 l’imprenditore ha conferito a questa società il 99,99% di Air One, con una controversa rivalutazione da 55 milioni, il valore di libro precedente, a 876 milioni di euro.
 

Le banche devono verificare la congruità di questa valutazione, basata sulla perizia di Andrea Mennilli, nominato dal Tribunale di Chieti. Il perito ha stimato il valore di Air One in 1.075,54 milioni. Anche prendendo gli 876 milioni a cui si è “fermato” Toto, il valore appare elevato se si fa un confronto con Alitalia. Pur disastrata, con 636 milioni di perdita netta consolidata 2006 e 1,1 miliardi di debiti finanziari netti, l’aviolinea pubblica è proprietaria di 109 aeroplani e di slot nei principali scali europei. Alle attuali quotazioni (ieri +3,27% a 0,856 euro) Alitalia vale tra 1,1 e 1,2 miliardi.
I potenziali compratori le attribuiscono un valore prossimo allo zero. Ma molti si chiedono come Air One possa valere solo il 15-20% meno del valore di Borsa di Alitalia, quando ha un giro d’affari di 611 milioni nel 2006, un settimo dell’aviolinea pubblica. Air One dichiara un utile operativo di 26 milioni e netto di 8 milioni contro i 465 milioni di perdita operativa della società pubblica. Ma queste cifre non dicono tutto sull’attività di Toto nel trasporto aereo, che comprende anche altre società, tra cui Eas per l’handling, con partite contabili infragruppo. Air One ha un indebitamento complessivo di oltre 250 milioni, tra cui un’esposizione rilevante verso gli aeroporti.
Sui conti di Ap Holding-Air One è in corso la due diligence condotta da Price Waterhouse, advisor di Intesa. L’impegno delle banche, stimabile per ora fino a 800-1.000 milioni, è più probabile avvenga con prestiti con garanzie più che con un ingresso nel capitale di Ap Holding (e dunque di Air One). Diversa la posizione di Intesa, che ha in pegno lo 0,001% (che può salire al 10,3%), a garanzia di un finanziamento di 105 milioni. Toto non mette soldi, ma il pacchetto rivalutato di Air One.
Da escludere un accordo con la russa Aeroflot, l’unico altro concorrente prima del rientro del fondo Matlin. «Non siamo interessati alla collaborazione con Air One che è stata proposta», ha detto ieri il vice-a.d. di Aeroflot, Lev Koshlyakov. «Non ci sono mai stati contatti né diretti né indiretti con Aeroflot, né è mai stata ipotizzata la possibilità di presentare una proposta congiunta per la gara di privatizzazione di Alitalia», ha replicato Air One. Un sondaggio per un’unione sarebbe stato però compiuto dalle grandi banche dei due schieramenti, Intesa e Unicredit.

 

(www.ilsole24ore.it)

 

2007-06-22