Alexandre de Juniac, IATA Director General and CEO, ha osservato durante lo IATA Media Briefing su COVID-19 del 7 aprile: “L’impatto di COVID-19 sull’industria del trasporto aereo continua a essere devastante. L’industria sta bruciando denaro a un ritmo pericoloso. Circa $61 miliardi potrebbero scomparire dalle riserve di cassa nel solo secondo trimestre. La domanda è in caduta libera. In tutto il mondo è in calo del 70% rispetto allo scorso anno, il 90% in Europa. E potrebbe anche peggiorare.
Non ci sono parole che possano descrivere adeguatamente quanto profondamente questa crisi abbia un impatto sull’aviazione.
Se l’aviazione non funziona, il danno economico va ben oltre il settore stesso. Circa 65,5 milioni di posti di lavoro sono collegati all’aviazione. Se gli aerei non volano, la fattibilità di molti di questi lavori scompare.
A molti business è stato ordinato di chiudere o cessare le operazioni, tra cui compagnie aeree, ristoranti, attrazioni turistiche e hotel. Se le global supply chains sono interrotte, altri ancora nella produzione o nella vendita al dettaglio non avranno nulla da vendere.
I governi che agiscono sotto la guida delle autorità sanitarie determineranno quando i blocchi e le restrizioni di viaggio potranno terminare in modo sicuro. Una volta presa questa decisione, il settore del trasporto aereo deve essere pronto a trasportare persone e merci dove richiesto dalle imprese per ricominciare a funzionare normalmente.
La nostra stima è che circa 25 milioni di persone hanno posti di lavoro a rischio fino a quando il settore dell’aviazione non tornerà a operare. 25 milioni di persone sono pari all’intera popolazione dell’Australia. È uguale all’intera forza lavoro italiana e più grande della forza lavoro delle principali nazioni industrializzate come la Spagna o il Canada. La portata dell’impatto economico è enorme.
Da ciò, voglio sottolineare due conclusioni.
I governi devono fornire urgentemente aiuti finanziari alle compagnie aeree. Questo per garantire che possano sopravvivere come imprese vitali che possono condurre alla ripresa. Continuiamo a chiedere ai governi supporto finanziario diretto; prestiti, garanzie ai prestiti e sostegno al mercato delle obbligazioni societarie da parte dei governi o delle banche centrali; sgravi fiscali.
Lanciare “lifeline” alle compagnie aeree in questa fase critica aiuterà le persone ben oltre quelle impiegate direttamente nel trasporto aereo. Questo è uno dei motivi per cui crediamo che i governi debbano dare priorità alla redditività delle compagnie aeree. Alcuni governi stanno rispondendo. Ma siamo preoccupati che il sollievo non sia sufficientemente disponibile. La velocità è essenziale. In media le compagnie aeree hanno due mesi di denaro a portata di mano. E molte compagnie aeree sono già alla terza settimana di importanti arresti delle loro attività.
La seconda conclusione è che non possiamo lasciare al caso la ripresa del settore. Dobbiamo predisporre piani fermi e coordinati affinché le compagnie aeree possano riavviare le operazioni quando i governi e le autorità sanitarie pubbliche lo permetteranno e dobbiamo essere in grado di ampliare le operazioni man mano che la domanda ritorna.
Una sfida sarà il riavvio fisico. Se le compagnie aeree sono state in gran parte chiuse per alcuni mesi, il riavvio è una cosa complicata. Tutto il personale autorizzato deve essere pronto per partire. Ma le loro licenze potrebbero essere scadute o le safety audit dates delle compagnie aeree potrebbero essere passate. I certificati di aeronavigabilità potrebbero non essere più validi. Gli orari dovranno essere coordinati. Gli aeromobili avranno bisogno di alcuni lavori di manutenzione.
Non abbiamo mai chiuso il settore su scala globale prima. Quindi questa sarà la prima volta per una riapertura.
La seconda sfida consiste nell’adattare il settore alle realtà post-COVID-19. Avendo chiuso le economie per combattere il virus, i governi non accetteranno il rischio di reinfezione. Lo vediamo nelle severe misure che la Cina ha introdotto per limitare i voli internazionali. Ora sono più restrittive di quanto non fossero al culmine della crisi COVID-19 in Cina. Non ci aspettiamo di riavviare lo stesso settore che abbiamo chiuso alcune settimane fa. Le compagnie aeree collegheranno ancora il mondo. E lo faremo utilizzando una varietà di modelli di business. Ma i processi del settore dovranno adattarsi”.
L’International Air Transport Association (IATA) ha inoltre ringraziato gli Stati membri di Eurocontrol e gli European Air Navigation Service Providers (ANSP) per aver accettato di ritardare i pagamenti dovuti per i servizi di navigazione aerea da febbraio a maggio di quest’anno. I pagamenti sarebbero ammontati a oltre 1,1 miliardi di euro. Con le compagnie aeree che soffrono di una grave crisi di liquidità a causa di un collasso del 90% del traffico aereo in Europa, questo onere dei costi avrebbe aggravato le gravi difficoltà del settore.
“Ringraziamo profondamente Eurocontrol, gli stati europei e ANSP per aver posticipato oltre 1 miliardo di euro in air navigation fees. Questo è esattamente il tipo di solidarietà che l’industria deve mostrare durante questo periodo di crisi profonda e senza precedenti. Una volta che le restrizioni COVID-19 inizieranno a essere revocate, l’Europa avrà bisogno che le sue compagnie aeree siano in buone condizioni per poter far ripartire l’economia. Questo ritardo contribuirà a fare una grande differenza in tale causa”, ha affermato Rafael Schvartzman, IATA’s Regional Vice President for Europe.
I 41 stati membri di Eurocontrol, che coordina le air traffic control operations in tutta Europa, hanno votato per ritardare il pagamento delle tasse di febbraio a novembre 2020, con pagamenti per marzo, aprile e maggio ritardati al 2021.
(Ufficio Stampa IATA)