È rientrata poco prima delle 14:30 (ora Italiana) di oggi, con ammaraggio a largo di Daytona (Florida), la navetta Dragon di SpaceX con a bordo il Colonnello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei, membro dell’equipaggio della missione Ax-3 di Axiom Space, che per l’Italia prende il nome Voluntas.
Dando al Col. Villadei il bentornato a nome di tutti i colleghi e colleghe dell’Aeronautica Militare, il Capo di Stato Maggiore Generale di Squadra Aerea Luca Goretti ha commentato: “La partecipazione dell’Aeronautica Militare a questa missione internazionale, a forte connotazione europea, ha reso possibile il coinvolgimento di nuovi soggetti, sia pubblici sia privati, in un settore, quello spaziale, in questo momento soggetto a nuova espansione. Questo ha confermato il ruolo chiave che l’Arma Azzurra ha in questo dominio, in cui già è fortemente impegnata sia con l’esperienza di volo umano spaziale sia con capacità legate alla sua sicurezza. L’Aeronautica Militare – ha sottolineato il Gen. Goretti – mette la propria professionalità e competenze a disposizione della comunità scientifica, tecnica e industriale, a favore dell’intero Sistema Paese”.
Partita dal Kennedy Space Centre (Cape Canaveral, Florida) lo scorso 18 gennaio, con un razzo Falcon 9 di SpaceX, la missione Ax-3 ha visto un equipaggio di quattro astronauti europei salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Nelle tre settimane di permanenza in orbita, il Col. Villadei ha svolto 13 esperimenti, promossi dall’Aeronautica Militare in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che hanno coinvolto università, centri di ricerca e industrie, per amplificare la grande esperienza nazionale in ambito operativo, medico e tecnologico, applicata allo spazio. Ulteriori 2 esperimenti, anche loro volti a studiare l’effetto della microgravità sul corpo umano, saranno portati avanti nei prossimi giorni nei laboratori a terra, contribuendo – insieme a quelli svolti sulla ISS – a raccogliere dati provenienti dall’attività di sperimentazione che avrà ricadute positive nello studio di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, della fertilità umana, del sistema cardiovascolare, oltre che l’aumento del livello tecnologico e applicativo legato al settore.
A bordo della ISS, attraverso la Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale (DASAS), l’Aeronautica Militare ha svolto due esperimenti proprietari.
Per la prima volta dallo spazio, il Col. Villadei ha effettuato, in collaborazione con il Gruppo Ingegneria per l’AeroSpazio (GIAS), dei test sul sistema software ISOC (Italian Space Operations Centre), cuore della propria capacità Space Situational Awareness (SSA) garantita presso il Comando Operazioni Aerospaziali.
Sviluppato dall’Aeronautica Militare in collaborazione con l’azienda Leonardo e le università Federico II di Napoli e Politecnico di Milano, il sistema ISOC fornisce un catalogo aggiornato degli oggetti spaziali e utilizza algoritmi innovativi per determinare eventi legati allo spazio, come le collisioni. L’astronauta ha replicato con successo alcune analisi normalmente svolte dal Centro SSA, nella versione di dimostratore tecnologico sperimentale (proof-of-concept) volto a dimostrare la capacità di ottenere un’analisi della congiunzione quasi in tempo reale con un supporto limitato da parte dei segmenti terrestri o addirittura in modo autonomo.
Una prima volta ha caratterizzato anche l’esperimento “Evaluation of Endothelial Function in Personnel Exposed to Microgravity During Orbital Flight Activity”, a cura del personale del Reparto Medicina Aeronautica e Spaziale, che ha visto per la prima volta l’uso della tecnica definita Vasodilatazione Flusso Mediata (FMD – Flow Mediated Dilation) in uno studio in microgravità, ovvero la rilevazione di parametri ecografici e di flusso sanguigno a livello delle arterie nei membri dell’equipaggio, parallelamente al prelievo di campioni ematici correlati alla cosiddetta “funzione endoteliale”.
In questa occasione, la ISS si è trasformata in un perfetto laboratorio scientifico orbitante, mentre le rilevazioni sono effettuate anche nelle fasi pre- e post- volo orbitale. Questo ha dato la possibilità di avere una indicazione rapida, a basso costo e con strumenti immediatamente disponibili, dello “stato di salute” delle arterie dell’apparato cardiovascolare. L’obiettivo è quello di monitorare in maniera approfondita l’impatto della microgravità e della permanenza nello spazio sull’apparato cardiovascolare nelle missioni di lunga durata, oltre che di aggiungere, con lo studio dei dati, un tassello alla conoscenza, ancora parziale, della funzione e disfunzione endoteliale e il suo ruolo in patologie quali aterosclerosi e ipertensione arteriosa.
Per l’Italia, Ax-3 ha rappresentato il trait-d’union abilitante nell’ambito di una visione strategica che lega sinergicamente, sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della Difesa, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (con delega allo Spazio), il Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, l’Aeronautica Militare e l’ASI, e ha rappresentato un’occasione privilegiata per continuare a promuovere l’impegno verso un accesso nazionale sicuro ed efficace allo Spazio.
(Ufficio Stampa Aeronautica Militare – Photo Credits: Axiom Space – Aeronautica Militare)